La stretta europea sui media russi è finita di fronte al Consiglio di sicurezza russo. Secondo quanto riferito dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov proprio oggi il presidente Vladimir Putin ha convocato l'organismo per avere uno "scambio di opinioni" su una serie di "questioni relative alla presenza informativa dei media russi all'estero".
La risoluzione dell'Europarlamento è stata votata la settimana scorsa sotto il nome di "Comunicazioni strategiche della Ue come contrasto della propaganda di terze parti" e traccia un parallelo tra le attività dei media russi e quelle dei terroristi del Daesh. A sostegno del documento hanno votato 304 deputati, i no sono stati 179, mentre si sono astenuti in 208. Il documento sostiene che la Russia conduce presumibilmente "attività di propaganda ostile" contro l'Unione Europea tramite mezzi di comunicazione, tra cui l'agenzia di notizie Sputnik. Subito dopo il voto, il presidente Putin si è scagliato contro l'europarlamento sostenendo che la proposta passata a Bruxelles testimonia il "degrado della democrazia in Europa"."Spero davvero che prevalga il buon senso e che non si concretizzi nessuna restrizione", aveva aggiunto Putin elogiando il lavoro dei giornalisti di Sputnik e RT, definendoli come "efficienti e di talento".
Contro la risoluzione si è schierata naturalmente Sputnik che ha chiesto a Onu, Unesco, Osce e Reporter Senza Frontiere" di opporsi alle limitazioni alla libertà d'informazione imposta dalla Ue, mirate a far cessare l'attività dei media russi Sputnik e RT in Europa.
"La Risoluzione rappresenta un attacco diretto contro tutta una seria di media autorevoli, compresa l'agenzia Sputnik, ed ha come scopo quello di far cessare la loro attività nei paesi dell'Unione Europea. Inoltre questa risoluzione contraddice apertamente le stesse normative della Ue sui diritti dell'uomo e la libertà d'informazione", le parole del Direttore Generale di Sputnik Margherita Simonyan.
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