Il Pentagono ha dichiarato che a seguito dei raid aerei degli Stati Uniti in Siria e Iraq nel 2014 sono rimasti uccisi 119 civili. Tuttavia, secondo il collaboratore dell'organizzazione per i diritti umani Amnesty International Neil Simmonds, il Dipartimento della Difesa americano sottovaluta in maniera significativa il numero delle vittime civili: le cifre reali sono decine di volte più grandi.
"Le organizzazioni siriane per i diritti umani dispongono informazioni sulla morte di almeno 650 civili a seguito dei raid degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Abbiamo studiato in dettaglio 11 episodi in cui, secondo le nostre stime, hanno perso la vita almeno 300 civili; il discorso riguarda solo la Siria," — ha chiarito Simmonds.
Secondo i dati di Amnesty International, le cifre ufficiali del Pentagono sono sottostimate di decine di volte. "Se ora ci viene detto che nel 2014 tra le vittime dei raid aerei della coalizione occidentale in Iraq e Siria si contano 119 civili, è probabile che sia solo il 5% o 10% del numero effettivo delle perdite umane. Il Pentagono afferma di aver studiato le azioni della coalizione e di non considerarle una violazione del diritto umanitario internazionale, dal momento che erano state adottate tutte le misure possibili per evitare vittime tra i civili",- ha detto il rappresentante dell'organizzazione per i diritti umani.
Ha osservato che le fonti del Pentagono su cui si basano i dati delle vittime non sono ancora state rese note, in modo da non poter confermare o negare questa informazione.
"Tuttavia il Dipartimento della Difesa non ha detto in base a quali dati ha tratto le sue conclusioni. Chiediamo al Pentagono di rendere pubbliche le informazioni pertinenti, dal momento che non siamo ancora in grado di confermare l'accuratezza delle sue affermazioni. Restiamo preoccupati dal fatto che le azioni della coalizione in Iraq e in Siria siano una violazione del diritto umanitario internazionale", — ha concluso Simmonds.
In precedenza era stato riferito che, secondo il Pentagono, dal novembre 2015 negli attacchi delle forze aeree americane in Siria e in Iraq avevano perso la vita 64 civili, mentre solo nel 2014 a seguito della campagna anti-terrorismo le vittime erano state 114 civili. Nel Dipartimento della Difesa hanno sottolineato di lavorare ventiquattro ore su ventiquattro "per evitare vittime civili non intenzionali".
Ad ottobre gli attivisti di Amnesty International avevano pubblicato un rapporto esortando un'indagine sulle conseguenze dei raid della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti in Siria, in cui hanno perso la vita 300 civili.
A Mosca hanno più volte richiamato l'attenzione sulla riluttanza del Pentagono per condurre indagini approfondite sulle circostanze dei raid aerei che hanno provocato vittime civili tra Siria ed Iraq. In precedenza il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov aveva dichiarato:
"raid letali contro i centri abitati, con tutte le caratteristiche di crimini di guerra, sono diventati per l'aviazione della coalizione internazionale routine di quasi tutti i giorni."
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