Tra di queste un "programma aggressivo" in lingua russa sulla "La voce dell'America", scrive il New York Times, in coordinazione con l'ex capo della CIA, Michael Morell, e ora — candidato consigliere alle presidenziali di Hillary Clinton.
Come dice Morell, la risposta Usa "deve essere un attacco proporzionato". Le azioni legali e le sanzioni contro gli individui sono serviti solo da monito. Come scrive il Times, "la risposta americana alla Russia potrebbe essere abbastanza semplice: avviare guerre cibernetiche in modo che il Cremlino riceva la sua parte di programmi maligni".
Tuttavia, secondo Morell, non è necessario ricorrere a questi mezzi. Inoltre, come egli fa notare "non è chiaro come gli USA possano assicurare quello che i generali chiamano "controllo dell'escalation" con l'assoluta certezza che l'America possa totalmente controllare l'esito del conflitto".
Andrebbe posto l'accento sulla credibilità a l'approvazione di Vladimir Putin, sostiene il consigliere della Clinton. Come riporta la testata, se la Clinton vincerà le elezioni, Morell molto probabilmente si troverà ad occupare uno dei posti più importanti dell'intelligence americana."Morell ha parlato di due approcci: sanzioni più salate per l'economia russa e un "programma aggressivo sulla "Voce dell'America", la quale ha trasmesso in Russia che Putin è interessato solo alla sua autocelebrazione" e che sia una minaccia all'unica speranza dell'economia della nazione: l'integrazione con l'Occidente" scrive il Times.
Nondimeno, come sostiene il consigliere della Clinton, l'attuazione di entrambi i metodi potrebbe imbattersi in diversi problemi. Difficilmente l'Europa si assocerà alle sanzioni dal momento che significherebbe rifiutare il gas russo. Il programma "La Voce dell'America" è un relitto della guerra fredda: lavorano lentamente, sempre che possano andare al passo dell'epoca di internet, scrive il Times.
Venerdì il dipartimento della sicurezza Interna e l'ufficio del direttore dell'intelligence degli Stati Uniti in dichiarazione congiunta hanno accusato la Russia di un coinvolgimento in attacchi hacker alle organizzazioni politiche in USA. Il presidente Vladimir Putin ha dichiarato in precedenza di non essere a conoscenza degli attacchi hacker al server del partito Democratico, e che a livello statale la Russia non ha mai portato avanti attività del genere. Anche il Cremlino ha dichiarato che le accuse degli attacchi sono "totalmente infondate".
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