Al primo posto della classifica del Global Competitiveness Report 2016-17 si trova, come lo scorso anno, la Svizzera. Seguono Singapore e gli Usa. Nella top-ten figurano anche i Paesi Bassi, la Germania, la Svezia, il Giappone, Hong Kong e la Finlandia. La Gran Bretagna, dopo la Brexit, è passata dal settimo posto dello scorso anno al decimo. Tuttavia gli analisti del WEF hanno sottolineato di non aver tenuto in considerazione i risultati della Brexit nelle loro valutazioni. Probabilmente, se presi in esame, il risultato della Gran Bretagna sarebbe significativamente peggiore.
La Russia ha migliorato il suo indici, scalando due posizioni: dal 45esimo posto dello scorso anno al 43esimo. Questa tendenza alla crescita prosegue da diversi anni.
"Come vediamo, la competitività della Russia è più o meno stabile rispetto allo scorso anno. Ma da una parte osserviamo una forte diminuzione nella sfera macroeconomica (dal 40esimo al 91esimo posto), sicuramente, l'inflazione rimane uno dei fattori principali che ostacolano gli affari in Russia. Tra gli altri fattori c'è la riduzione dei fondi che lo stato può investire per migliorare la competitività in futuro. Dall'altra parte notiamo che la Russia potrebbe attivare altre risorse all'interno del paese" ha dichiarato a RIA Novosti Roberto Crotti, responsabile per il settore russo del Global Competitiveness Report.
Secondo l'esperto, il miglioramento sembra efficace soprattutto nel mercato interno, sostenuto dalle riforme del legislatore per facilitare l'apertura di nuovi businnes e ridurre i problemi burocratici per i leader del mercato.
"Abbiamo osservato anche gli sforzi per il miglioramento della qualità dell'istruzione in conformità con i bisogni dell'economia" ha aggiunto Crotti.
Il WEF ha inoltre evidenziato che il settore finanziario del paese continua a soffrire a causa della bassa affluenza di capitali, legati agli introiti derivanti dalla vendita delle risorse minerarie, e a causa della parziale esclusione dei partecipanti russi ai mercati finanziari internazionali.
In Russia è visibile anche il lavoro per l'indipendenza delle risorse energetiche dal lato dello sviluppo delle tecnologie innovative.
"È molto difficile fare previsioni. Certo, esiste il rischio di una minore stabilità nella sfera macroeconomica; potrebbero esserci altre tendenze che potrebbero portare la Russia al crollo. Ma in questo momento ci atteniamo alla nostra statistica, perciò è importa che oggi i settori privato e statale dell'economia operino in concerto per migliorare la competitività per il businnes russo" ha spiegato Crotti.
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