"Queste rivolte sono regolari nella storia della Turchia. Visti i precedenti si può dire con certezza che tentativi di golpe ce ne saranno ancora. In verità, gli avvenimenti del 16 luglio rivelano che la rivolta era stata pianificata, soprattutto, dallo stesso Erdogan. In men che non si dica gli organizzatori e i partecipati al colpo di stato sono stati arrestati. A quanto pare, l'entourage di Erdogan sapeva e si è praparato alla difesa della sua posizione".
"Molti si sono affrettati a definire l'ultima rivolta come diretta conseguenza delle elezioni parlamentari dello scorso anno, in quanto avrebbero deluso le speranze del popolo. Ma allora perché la rivolta è stata repressa così facilmente? Perché si sono arresi così facilmente? Sono tutte domande retoriche".
"Inoltre, le purghe nell'esercito turco non gioveranno alla situazione nella regione e al rafforzamento della sua sicurezza. Per Ankara è apparsa di nuovo la minaccia del partito curdo dei lavoratori, che sicuramente vuole approfittarne per minare la posizione delle autorità".
"Non bisogna nemmeno dimenticare la difformità dell'opposizione di Erdogan. La sua parte meno attiva si trova ancora al parlamento e nei ministeri. Adesso queste persone, vedendo l'esperienza fallimentare dei loro colleghi (se così è stato realmente), sicuramente coveranno piani di vendetta. Sopprimere l'opposizione nella sua interezza è impossibile. Perciò bisogna aspettarsi nuovi disordini e dimostrazioni di instabilità in politica interna"."Erdogan non avrà pace neppure in politica estera. Se Ankara non avesse coltivato una strategia a lungo termine nei rapporti con l'Occidente — il cui obiettivo è l'ingresso nell'UE — a quest'ora avrebbe solo potuto sognarsela. In caso di reintroduzione della pena capitale e del protrarsi delle altre azioni illecite di Erdogan verso i sui cittadini i rapporti con l'Occidente entreranno in profonda crisi. Il presidente rischia di inimicarsi l'UE. Ma per il momento Erdogan persevera sulle sue posizioni".
"L'indebolimento dei rapporti con l'Occidente, sostanzialmente, causerebbe un'intensa crisi economica in Turchia. Il malcontento del popolo potrebbe espodere sul serio e stavolta non in una rivolta da teatrino".
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