Recentemente gli Stati Uniti ambiscono sempre più alla cooperazione con i Paesi del Mar Nero, invitandoli ad organizzare insieme esercitazioni navali e discutere con loro le prospettive per la produzione congiunta di armi.
Tali azioni verso gli Stati confinanti con la Russia vengono spiegate a Washington con la necessità di difenderli dalla presunta "minaccia" di Mosca, osserva la rivista.
Allo stesso tempo i Paesi occidentali sono ben consapevoli che la Russia da centinaia di anni considera la stabilità nel Mar Nero come uno dei più importanti fattori che le garantisce la sicurezza e per questo motivo questa regione ha una grande importanza strategica e storica per Mosca, si afferma nell'articolo.
Dopo la riunificazione con la Crimea, la Russia ha bloccato il Mar Nero attraverso una combinazione di missili anti-nave supersonici con un raggio di 600 km, aerei militari, così come di navi e sottomarini, scrive il giornale.
Le caratteristiche della flotta russa limitano pesantemente il raggio d'azione degli Stati Uniti e della NATO: anche la più piccola nave di pattugliamento russa può colpire più efficacemente di qualsiasi altra nave nemica con i missili "Kalibr" e i razzi teleguidati, conclude l'articolo.
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