Berlino e le altre capitali europee sono sicure che la prossima l'uscita della Gran Bretagna dall'UE riduce drasticamente le possibilità di un accordo. Negli ultimi mesi l'UE è stata occupata con la questione della Brexit, e gli accordi per lo sviluppo del TTIP sono passati automaticamente in secondo piano. La situazione sarà chiarita nel corso del nono round di colloqui transatlantici sul TTIP dall'11 al 15 di luglio, anche se in queste riunioni saranno discusse le questioni puramente tecniche.
Le posizioni di Europa e USA sono divergenti ancora sulla maggior parte delle questioni: dalla tutela dei diritti degli investitori all'assegnazione degli appalti pubblici e il rispetto delle norme di consumo. Si è riuscito a raggiungere il consenso soltanto nei riguardi delle piccole e medie imprese. È opinione comune che le barriere commerciali dovranno essere abolite del 97%. Ma le principali differenze rimangono sul settore agricolo e l'industria automobilistica.
L'ostacolo è l'accesso delle imprese europee agli appalti pubblici negli USA. Questo settore genera il 12% del PIL degli USA e tutte le leggi stanno dalla parte degli imprenditori nazionali; le imprese estere non hanno alcuna possibilità. L'Europa ha cercato senza successo anche di difendere il patrimonio intellettuale e i diritti sociali dei lavoratori. Gli USA hanno negato la protezione anche di marchi geografici nazionali come lo Champagne e il Prosciutto di Parma.
Il commissario europeo per il Commercio Cecilia Malmström continua a insistere sul fatto che il contratto alla fine sarà firmato, ma in ogni caso non accadrà quest'anno: ci vorrà troppo tempo per conciliare tutte le discordanze giuridiche ed economiche.
Il TTIP incontra una forte resistenza al Parlamento europeo, senza la cui l'approvazione tale accordo non potrà entrare in vigore. I socialdemocratici e i verdi rifiutano apertamente l'accordo; mentre il centro-destra è favorevole. A loro avviso l'accordo è necessario in quanto il ruolo dell'UE è in costante calo di fronte alla crescita di potenze economiche come la Cina o l'India; la Brexit ha rafforzato questa necessità.
Nel frattempo, sulla strada dell'integrazione commerciale atlantica è sorto nuovo problema: la Commissione europea intende adottare l'accordo di libero scambio con il Canada (CETA) senza l'approvazione dei parlamenti nazionali. A Bruxelles ritengono che la ratifica di tali documenti spetti solo al Parlamento europeo.
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