Gli Stati Uniti sono preoccupati che, nonostante siano trascorsi quasi trent'anni dalla proteste di Piazza Tienanmen, la Cina stia continuando a violare i diritti umani dei propri cittadini. Lo ha fatto sapere il Dipartimento di stato americano in una nota.
"Anche se la Cina ha visto numerosi cambiamenti nel corso degli anni, continuiamo a nutrire serie preoccupazioni riguardo alle violazioni dei diritti umani attualmente in corso in Cina", si legge nella nota.
Fra maggio e giugno 1989, a Pechino scoppiò una serie di proteste studentesche in seguito alla morte del deposto ex segretario generale del Partito comunista e riformatore liberale Hu Yaobang. Le proteste di piazza vennero represse con la forza dalle autorità cinesi, che inviarono l'esercito nella capitale per applicare la legge marziale. Centinaia di civili rimasero uccisi nel tentativo di bloccare l'avanzata dei militari su Piazza Tienanmen a Pechino, che studenti e altri manifestanti avevano occupato per varie settimane.Fra le violazioni menzionate nella nota Usa, la detenzione di attivisti per i diritti umani, avvocati, giornalisti e leader della società civile, ma anche un incremento delle restrizioni sui media, al diritto di espressione, di associazione e di credo religioso.
Nella nota, inoltre, gli Stati Uniti esortano la Cina a rispettare i diritti universali e le libertà di tutti i cittadini.
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