Il parlamento tedesco il 2 giugno ha adottato una risoluzione per il riconoscimento del genocidio armeno con la maggioranza dei voti. Le autorità turche hanno accolto con indignazione tale decisione e subito hanno ritirato il loro ambasciatore a Berlino. Erdogan ha dichiarato che la decisione del Bundestag avrà serie ripercussioni sulle relazioni turco-tedesche.
Secondo il presidente turco, la Germania deve prima valutare l'Olocausto e prendere in considerazione il massacro di massa in Namibia alla fine del XIX — XX secolo, quando era una colonia tedesca.
«Alle spalle di ciascuno dei paesi che ci minacciano con le risoluzioni sul genocidio armeno, c'è il sangue di milioni di innocenti. Gli armeni sono solo strumentalizzati. In tutto il mondo si è iniziato ad utilizzare la questione armena come un comodo mezzo di ricatto verso la Turchia e perfino come un manganello», ha detto Erdogan.
«Voglio rivolgermi a tutta l'Europa, inclusa la Germania: o prendiamo decisioni eque sulle questioni all'ordine del giorno, o la Turchia smetterà di essere barriera per i problemi dell'Europa. Allora l'Europa resterà da sola con i suoi problemi», ha aggiunto il presidente turco.
La Turchia ha sempre respinto le accuse di genocidio e sostiene che le vittime della tragedia del 1915 erano sia armeni che turchi. Tuttavia, le uccisioni di massa degli armeni durante l'Impero Ottomano sono state riconosciute come genocidio e condannate da più di venti paesi. Il primo è stato l'Uruguay nel 1965; il suo esempio è stato seguito da Cipro, Russia, Canada, Libano, Belgio, Francia, Grecia e altri paesi, nonché dal Parlamento europeo, dal Consiglio d'Europa, e dal Consiglio Mondiale delle Chiese.
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