Dalla fine di febbraio per la decisione unilaterale di vari Paesi è stata chiusa la cosiddetta "rotta balcanica" dei migranti, attraverso cui i profughi provenienti dalla Turchia giungevano in Grecia in direzione dell'Europa centrale.
"Sussiste il grande rischio che non solo la Libia, ma anche la parte occidentale dell'Egitto diventi una regione di transito per i rifugiati," — il giornale riporta le parole di Lambsdorff, che inoltre ha sottolineato la necessità di una reazione rapida della UE. "Non si può preparare una reazione se è già stato avviato il flusso di migranti dall'Egitto," — ha chiarito il vicepresidente del Parlamento europeo.
Secondo il giornale, ci sono prove concrete che il flusso di migranti verso l'Egitto sia in aumento. Per questo motivo alcuni Paesi della UE, tra cui Francia e Italia, sono pronti ad interagire per l'estensione della missione "Sofia" ad est, in direzione di Egitto e Creta, dato che al momento opera solo presso le coste della Libia.
Secondo il presidente della commissione Esteri del Parlamento europeo Elmar Brock, "l'espansione della missione in Egitto potrebbe aiutare a combattere gli scafisti." Secondo il politico, l'Egitto può diventare lo snodo di transito dei profughi provenienti da Sudan, Eritrea e Somalia.
Il 22 giugno 2015 la UE ha lanciato ufficialmente la missione "Sofia", in precedenza denominata "EUNAVFOR Med", che prevede lo schieramento in acque internazionali di navi, aerei e droni che raccolgono informazioni sulle imbarcazioni di clandestini provenienti dall'Africa verso le coste dell'Unione Europea, arrestano gli scafisti e confiscano le loro navi.
L'Europa vive la più grande crisi migratoria dai tempi della Seconda Guerra Mondiale a seguito dei conflitti armati e dei problemi economici in Medio Oriente e Nord Africa. Secondo l'agenzia Frontex, responsabile del monitoraggio delle frontiere UE, nel 2015 nell'Unione Europea sono arrivati 1,8 milioni di immigrati.
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