Nicolas Maduro ha denunciato ancora una volta l'esistenza di una "campagna globale" contro il Venezuela per "generare una crisi" che serva da scusa per un "intervento militare" della Nato nel paese sudamericano.
"Dietro tutto questo c'è Rajoy", primo ministro spagnolo uscente, ha denunciato il presidente del Venezuela al termine di una marcia studentesca presso il palazzo Miraflores, sede del governo venezuelano.
Maduro, riferendosi al leader del partito spagnolo Ciudadanos, Albert Rivera, in visita questa settimana in Venezuela, ha indicato come corresponsabili dell'offensiva contro il governo di Caracas gli esponenti della destra spagnola "che il presidente del parlamento di Caracas, Henry Ramos Allup, invita a intervenire negli affari interni del Paese".
In un teso clima elettorale che avvolge l'intera penisola iberica, per Rivera la visita a Caracas è stata occasione immediata per attaccare Podemos e il suo leader Pablo Iglesias, denunciandone la presunta complicità con il regime chavista.
D'altro canto, dopo la decisione di Brasile e Argentina di collaborare insieme per risolvere la crisi venezuelana, anche il governo spagnolo guarda a Caracas. A Madrid oggi Mariano Rajoy presiederà una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale per discutere, tra gli altri temi, la situazione del Venezuela, in cui Maduro ha dichiarato lo stato di emergenza. L'inclusione della crisi venezuelana nell'ordine del giorno del Consiglio di sicurezza nazionale spagnolo sarebbe giustificata, secondo fonti governative, dalla presenza nel paese sudamericano di circa 200mila spagnoli, così come dagli importanti interessi delle imprese spagnole nel paese sudamericano. A ciò si deve aggiungere il richiamo dell'ambasciatore spagnolo a Caracas avvenuto lo scorso aprile per le accuse rivolte da Maduro contro il governo Rajoy ma anche il ruolo di mediatore che, su invito del presidente venezuelano, ha assunto l'ex premier socialista Josè Luis Rodriguez Zapatero.I rapporti diplomatici tra i due Paesi sono dunque fortemente tesi e influenzano criticamente una tornata elettorale che ha l'arduo onere di eleggere un nuovo governo a Madrid, dopo il primo fallimento elettorale della Spagna.
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