Volonga
Da una casa all'altra si diramano le strade invernali artiche. A Volonga è buio e tranquillo. Tutti i cani sono legati: è una particolarità. In questo villaggio di pescatori il mezzo di trasporto tradizionale sono sempre stati i cani da slitta. Ogni cortile ha almeno 5 cani, quanto basta per viaggiare. Ora a Volonga vivono poco più di 20 persone, le motoslitte hanno quasi sostituito i cani. Nei cavi delle case sulle strade sono appesi dei pesci ricoperti di ghiaccio. Li appendono ancora freschi, li fanno seccare col vento. Danno da mangiare questi pesci ai cani. Fino a 18 centimetri il pesce è considerata piccolo.
Nel villaggio non ci sono giovani, solo pensionati. Non ci sono asili, nessuna scuola. I bambini arrivano per vedere il villaggio solo in estate. A Volonga lavorano un centro medico, una biblioteca, un negozio e la stazione di gasolio.
— Guadagnamo con la pesca, la caccia alle oche e alle pernici. Durante la stagione vendiamo le bacche,- racconta Nikolay, che ci ha ospitato per passare la notte. — Per i frutti di bosco non serve andare lontano, esco fuori casa e già li trovo. More, mirtilli blu e mirtilli rossi. Con i nenci, che portano al pascolo i cervi nei pressi di Volonga, vige il baratto: la pelle di una giovane foca viene scambiata la carne di cervo. Tutti i prodotti nel paese sono importati. In inverno i commercianti su fuoristrada portano a Volonga i prodotti e ripartono con il pesce. In primavera, estate e autunno i collegamenti col paese sono solo via mare o per via aerea. L'elicottero atterra una volta al mese.
Indiga
— E' passato un ghiottone, sembra come un piccolo orso. Lì giocava una piccola lepre, era di buon umore — Nikolay mostra le tracce che gli animali avevano lasciato all'alba. — Si dice che quando una lepre è ferita, piange come un bambino.

Una volta ero andato a fare una passeggiata dalla città al paese. Ci fu una tempesta di neve, sono andato fuori strada, la motoslitta si era impigliata tra i cespugli sulla riva del fiume, non riuscivo a tirarla fuori. Era maggio, c'erano circa —10°C. Camminare sulla neve non è possibile, sprofondi subito fino all'altezza della cintura. Camminavo sulla riva vicino al fiume. Sono andato da una parte e mi sono imbattuto in una crepa, sono andato nella direzione opposta e sono sprofondato. Nella mia testa c'era un solo pensiero: "Forse è la fine di tutto?". Con le dita afferravo il ghiaccio, sono riuscito a tirarmi fuori. I fiammiferi in tasca si erano bagnati, ma avevo un accendino, l'ho asciugato e ho acceso un fuoco. Ho asciugato un po' i vestiti. In quel luogo ho passato la notte. Mi stava cercando un elicottero, alla fine mi hanno trovato.
Indiga, per gli standard dell'Artico, è un grande villaggio, qui vivono più di 600 persone. Negozi, una scuola, un ospedale, una cappella, una caffetteria, una discoteca, una piscina pubblica. I bambini giocano per le strade. Ci siamo fermati dalla famiglia Peskov. Il marito è del Volga, la moglie è del posto. — Si è sposata con un russo. Serviva qui, ci siamo incontrati nella discoteca ed abbiamo cantato insieme.
Mandria di renne
Una mandria si sentiva da lontano: non c'è nulla di paragonabile col suono degli zoccoli delle mandrie di renne. Adescate col pane le renne ci vengono incontro. Le fanno muovere con la museruola: vai, vai!. Con i nasi caldi si posano sul palmo delle mani. Ai giovani cervi viene dato da mangiare il pane, poi una volta adulti non sono più capaci di rinunciare al pane. Con le corna scavano tra la neve alla ricerca del muschio. I cicli della vita del cervo e dell'uomo sono legati. L'uomo segue il cervo. Se c'è cibo, i nomadi si fermano. L'erba finisce e i cervi se ne vanno, seguiti dall'uomo. Le capanne sono rimaste poche nella tundra. Principalmente i pastori si fermano nelle tende per la pesca. La capanna, ricoperta dalla pelle di renna, si distingue per resistere alle bufere di neve e vento. Nella tundra si mangia la carne per colazione, pranzo e cena. La carne e il tè sono due prodotti inseparabili, un segno di fiducia.

Rifugio per cacciatori sul fiume Sula
Rimanere di notte nella strada ghiacciata a temperature inferiori a —30 °C è una cattiva idea. Non facciamo in tempo ad arrivare al prossimo paese e ci fermiano in un rifugio per cacciatori, sono sparsi dappertutto in queste zone. Il rifugio è generalmente buono con tutto ciò che serve ad una persona per poter sopravvivere. Ascia, coltello, bollitori, cibo, appeso in sacchetti sul soffitto in modo da non essere raggiunto dai topi, coperte, un generatore. Nikolay ha tagliato la legna, abbiamo acceso la stufa e preso la neve per il tè.
Nel rifugio c'è un libro degli ospiti, la geografia dei visitatori: dai villaggi più vicini alla Svizzera. Leggiamo le iscrizioni nei quaderni dal 2011:
"Un gruppo di 8 persone. Abbiamo trascorso la notte. Abbiamo fatto un buco nel ghiaccio, ci siamo fatti il bagno."
"Tre del mattino, sta nevicando! Ora berremo un po' di te e partiremo. Vulkan, il cane, sta dormendo. Gli uccelli cantano. Silenzio fuori dalla finestra, la stufa sta bruciando."
"E' pieno di tracce di alci, si muovono anche intorno al rifugio."
"Grazie, che al Nord ci sono ancora persone che tengono aperte le capanne."
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