— La rivista Eurasia ha parlato varie volte di assetti geopolitici e di attacchi alla Russia. Qual è la Sua opinione in merito?
— La Russia sta subendo una costante aggressione propagandistica da parte dell'Occidente. Il conflitto è lo specchio di un problema più profondo, perchè i media sono soltanto uno strumento di scelte effettuate da altri poteri. E pensare che la Russia potrebbe fare molto per l'Europa e per il mondo, molto di più di quanto possa fare la stessa Europa, visti i problemi oggettivi che ha con il concetto di sovranità.
— Quanto pesa, a Suo avviso, la propaganda anti-Russia sulle decisioni di Putin?
— Ben poco. Rileggendo quanto ho scritto in materia, mi sono reso conto che di fatto tutto il cancan messo in piedi dai media occidentali non è servito a far cambiare posizione a Putin: pensiamo alle Pussy Riot, alle Femen, ai presunti omicidio di Stato, alla ridicola sindrome anafettiva diagnosticata a Putin da un dossier della Cia: tutte queste notizie confezionate ad arte non hanno provocato alcun cambio di rotta, anzi. La Russia è andata dritta come un treno verso una serie di successi che l'opinione pubblica internazionale le riconosce in pieno, a dispetto degli opinion makers e delle quotidiane punture di spillo dei mass media.
— Lei in alcuni articoli ha parlato di una Seconda Guerra Fredda…
— Sì, si tratta di una guerra non guerreggiata — se mi si permette il gioco di parole. Una guerra fatta non con i tradizionali eserciti, ma solo a livello economico. E pensare che le economie di Russia ed Europa si integrerebbero alla perfezione, sicuramente in modo più logico e proficuo rispetto a quel mostro che è il Trattato Transatlantico (TTIP). Però, per avere un mercato unico UE-Russia ci vorrebbe un arretramento dell'influenza statunitense su Bruxelles.
— Quale possibile scenario vedrebbe l'UE allontanarsi dagli USA?
— Una disfatta su tutta la linea in Medio Oriente, con la fine delle "Primavere Arabe" e una "Stalingrado siriana" potrebbe portare a un netto ridimensionamento degli Stati Uniti come potenza dominante in Europa.
— Da esperto del mondo arabo, come vede l'avvicinamento della Turchia all'Europa?
— Il passato ci insegna che gli Occidentali hanno sempre fatto leva sul conflitto russo-turco. Ci sono varie proiezioni escatologiche che ci dicono che in un futuro prossimo venturo ci sarà una devastante guerra proprio tra Russia e Turchia.
— Proprio sulla Siria la NATO ha parlato di uccisioni tra i civili.
— Dove volano razzi e missili la precisione chirurgica è molto difficile. Francamente stona che la predica arrivi da chi per anni ha fatto morti tra i civili durante le guerre del Golfo. Così come stona addebitare colpe sugli sfollati che stanno premendo sul confine turco. In una guerra è normale che ci siano, al massimo bisogna accertarsi che terminato il conflitto i profughi rientreranno. Un conto sono gli sfollati temporanei, un altro i profughi a vita. Quelli che scappavano dal Daesh (Isis) appartenevano sicuramente alla seconda categoria. A prescindere che le fiumane di gente che ci propinano i giornali occidentali potrebbero anche essere immagini di repertorio: non sarebbe la prima volta che utilizzano fotografie e filmati a fini propagandistici.
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