Trovano le prime conferme le indiscrezioni pubblicate pochi giorni fa dal New York Times sul fronte libico aperto da Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Italia, nonostante le discussioni a livello politico per raggiungere un governo di unità nel Paese siano ancora da venire. Si fanno sempre più insistenti le voci di un piano già pronto, dopo che ieri il Sunday Times aveva rivelato che i caccia della Royal Air Force britannica sarebbero pronti ad alzarsi per colpire i primi obiettivi del Daesh in Libia.
Oggi è il giornale italiano La Stampa a riferire aspetti più specifici di quelle che sarebbero state le richieste americane agli alleati nella regione. Per l'Italia sarebbe stato richiesto, nonostante quelle che secondo il quotidiano torinese è la linea "non interventista e pacifista" adottata dal premier Renzi, l'impiego di caccia Tornado e di reparti speciali "di piccole dimensioni, ma di forte impatto operativo".
L'Italia dalla sua parte, secondo la ricostruzione operata dal giornale italiano, non sarebbe disponibile a spingersi oltre la formazione e addestramento delle forze di polizia libiche e alla protezione di siti sensibili come aeroporti e giacimenti petroliferi.
"Se fallisce il tentativo di un nuovo governo — ha ammonito oggi il ministro italiano della Difesa Pinotti — c'è il rischio di una nuova Somalia". Infine, rispondendo ad una domanda sull'ipotesi di un intervento militare: "certo che ci saranno i militari — ha confermato — ma non bisogna arrivare con soluzioni esterne".
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