In un'intervista all'ungherese Figelo, Poposki ha detto che è molto probabile che la Macedonia possa provvedere a "una specie di protezione fisica della frontiera", precisando però che ciò non potrà essere la soluzione definitiva.
"Se vogliamo prendere sul serio quello che ci viene chiesto dall'Europa, lo dovremo fare. O dislocare le truppe, o costruire il recinto, oppure fare entrambe le cose", — ha detto il ministro.
Secondo Poposki, Macedonia farà tutto il possibile per registrare tutti i profughi che passano per il suo territorio.
"Quando facciamo sul serio per soddisfare le richieste dei nostri partner europei, e quindi per controllare la frontiera e bloccare il flusso delle persone, segue subito una reazione negativa da parte della comunità internazionale", — ha rilevato Poposki.
Il confine tra Grecia e Macedonia ogni giorno viene attraversato da migliaia di profughi, provenienti in prevalenza dalla Siria. Il governo macedone è stato più volte criticato dalla comunità internazionale per l'uso della forza contro i migranti.
Alla metà di agosto, quando a causa del flusso incessante dei migranti il governo di Skopje ha dovuto varare per alcuni giorni lo stato di emergenza, le forze dell'ordine hanno usato contro i profughi fumogeni e gas lacrimogeni.
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