
A rivelarlo è stato lo stesso ex ministro ellenico, che sulle pagine del suo blog ha confermato l'autenticità dell'audio diffuso ieri dal sito dell'Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF) in cui, parlando in videoconferenza con alcuni investitori della City, riferiva del lavoro svolto sotto traccia nelle settimane della trattativa tra l'Europa e Atene.
La rivelazione ha fatto scalpore in Grecia, dove alcuni deputati conservatori hanno chiesto spiegazioni. Varoufakis si è difeso, sostenendo che fosse stato lo stesso Tsipras a dare via libera al piano "prima di diventare primo ministro e prima di vincere le elezioni a gennaio".
Il team messo insieme dall'eccentrico ex ministro dell'Economia era capeggiato dall'economista americano Timothy Gailbraith, collega dello stesso Varoufakis all'Università di Austin, in Texas.
La fase uno del progetto prevedeva persino un sistema per "hackerare" il sito del Fisco greco, al fine creare un portafoglio di moneta virtuale di ogni cittadino su cui sarebbero stati trasferiti i depositi in euro. La fase due dell'operazione, che avrebbe richiesto l'impiego di uomini e mezzi per essere portata a termine, avrebbe poi riconvertito la valuta virtuale in dracme, ma non vide mai la luce per il secco no di Tsipras.
Questo il racconto, per certi versi ai limiti della fantapolitica, confermato dallo stesso Varoufakis, che ora dovrà presumibilmente riferire in parlamento essendo accusato dagli esponenti di Nia Dimokratia "non solo di una responsabilità politica, ma anche penale" per le operazioni di hackeraggio del sito istituzionale.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)