Almeno 14 persone sono rimaste uccise nei violenti combattimenti tra le forze fedeli al governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale e i gruppi armati di Bengasi, tra cui i jihadisti di Ansar al Sharia (partigiani della legge islamica) ed elementi del "Consiglio della shura delle forze rivoluzionarie", gruppo islamista che ha conquistato la capitale Tripoli nell'agosto del 2014, alleato con la coalizione "Alba libica".
I combattimenti, durati fino a ieri sera, si sono verificati nel centro di Bengasi e hanno causato anche diverse decine di feriti.
Dall'inizio del 2014 gli scontri a Bengasi hanno ucciso più di 1.700 persone e causato la fuga di migliaia di altre, secondo l'ong Libya Body Count.
Intanto, ieri lo Stato islamico ha issato la sua bandiera nera sul punto più alto della città di Sirte e sui palazzi del governo. I miliziani del Califfato sono giunti nella periferia della città, dopo la definitiva ritirata delle brigate di Misurata dalla città. Testimoni locali riferiscono al sito web libico "al Wasat" che da ieri notte i miliziani hanno schierato dei posti di blocco lungo le vie principali di Sirte. Gli uomini del gruppo terrorista hanno fermato tutte le auto in transito, chiedendo le generalità e la tribù di appartenenza.
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