Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, in cui si era parlato di rimandare il piano a dopo l'estate, si fa sempre più forte la sensazione che salterà tutto. Il piano voluto dalla Commissione UE per la distribuzione di 40mila richiedenti asilo tra i paesi membri su base obbligatoria potrebbe non vedere la luce, certamente non prima dell'estate e molto presumibilmente in una forma diversa da come ideato originariamente dalla Commissione. Troppo forti le pressioni di quei Paesi che si sono detti contrari criterio di ripartizione automatica. Tra loro se ne contano ormai una dozzina e sette tra loro hanno già mostrato ripetutamente insofferenza verso quella che è stata definita
"eccessiva attenzione al Mediterraneo".
Sono i paesi della fascia baltica e dell'area centro-orientale, guidati dalla Polonia del presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk.
Il Consiglio degli Interni di martedì prossimo, a questo punto, da possibile giorno della verità si trasformerà a questo punto in una ulteriore tappa di avvicinamento a quella che comunque appare una soluzione in qualche modo obbligata, con la data del 25 giugno come importante passaggio proprio in Consiglio Europeo. Le piazze e le stazioni di diverse città italiane e greche nel frattempo si stanno in queste ore riempiendo di veri e propri ospedali da campo a cielo aperto, con i centri di accoglienza al collasso e le polemiche tra palazzo Chigi e regioni sui piani di distribuzione all'interno del territorio nazionale.
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