Situazione sempre più tesa a Kabul dove un altro attacco, stavolta sventato, ha agitato la notte della capitale afghana. Teatro del raid talebano è stato il quartiere di Wazir Akbar Khan, noto per la presenza di sedi diplomatiche e hotel, frequentati principalmente da stranieri.
Intorno alle 23 locali il gruppo di fuoco, dotato di un lanciarazzi RPG, tre AK-47 e un lanciagranate ha cercato di penetrare all'interno del Rabbani Guesthouse, struttura di proprietà della famiglia del ministro degli Esteri afghano Salahuddin Rabbani, già presa di mira nel dicembre 2009 quando fu teatro di un altro attacco talebano che provocò 5 morti ed una trentina di feriti.
Secondo quanto riferito alla BBC dal capo della polizia di Kabul, Abdul Rahman Rahimi, l'attentato è stato sventato grazie all'intervento delle forze speciali che avrebbero ucciso gli uomini del commando prima che questi potessero entrare in azione. Circostanza questa confermata dal viceministro degli Interni afghano Mohammad Ayub Salangi, che ha fatto sapere tramite il proprio profilo Twitter che l'assalto "non ha prodotto alcuna vittima civile o militare".
Differentemente da quanto affermato dalle autorità locali, i talebani, che hanno rivendicato sui profili social della galassia jihadista la paternità dell'attacco alla "casa degli invasori", hanno riferito di molte vittime occidentali. Quello di ieri è solo l'ultimo di una lunga serie di attentati che stanno colpendo la capitale afghana dall'inizio della campagna di primavera talebana, annunciata sotto il nome AZM (letteralmente perseveranza). "I principali obiettivi di queste operazioni — si legge nel comunicato diffuso dai talebani afghani lo sorso 23 aprile — saranno gli occupanti stranieri, specialmente le loro basi militari permanenti, funzionari del regime fantoccio, le loro costellazioni militari, in particolare la loro intelligence, il ministero degli Interni e i funzionari del ministero della Difesa".
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