Nelle primissime ore della mattinata i Carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno fatto scattare le manette per il primo cittadino di Opera, una dirigente dell’ufficio tecnico locale e per tre imprenditori edili, arrestati per degli appalti truccati.
Tutti gli indagati, per i quali il gip di Milano ha disposto un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, sono ritenuti a vario titolo responsabili di:
- reati di peculato,
- corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio,
- turbata libertà del procedimento di scelta del contraente,
- traffico di rifiuti.
Come riferito nel comunicato delle forze dell'ordine, nell'inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti, Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli, e dai Sostituti Silvia Bonardi e Stefano Civardi, sono dunque state messe in luce "gravi condotte delittuose di natura ambientale realizzate dagli stessi imprenditori indagati mediante lo stoccaggio, il riutilizzo e l’interramento di circa mille tonnellate di fresato d’asfalto ed altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali e da altri interventi appaltati dai Comuni di Opera, Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza, attestando falsamente il regolare recupero dei predetti rifiuti speciali mediante ‘formulari’ ideologicamente falsi ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento, questi ultimi indagati a piede libero".
Nel corso dell’operazione sono stati, inoltre, notificati una misura interdittiva a un architetto bresciano consulente del Comune di Opera e un decreto di sequestro preventivo di 40.000 euro (prezzo della corruzione) a carico dei pubblici ufficiali indagati, nonché di due autocarri utilizzati nella commissione di reati ambientali.
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