“Bisogna capire se c’è un disegno eversivo” dietro alle minacce ai membri del Cts, al ministro Roberto Speranza e agli attentati incendiari all’Istituto Superiore di Sanità e ad uno dei centri vaccinali di Brescia.

A dirlo, in un’intervista al Messaggero, è il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli, che rivela come “intimidazioni via mail” e attraverso lettere minatorie siano arrivate anche a lui. Ma confessa: “Non mi hanno mai influenzato”.
Le minacce al ministro Speranza, ha detto, sono “inconcepibili perché sono stati chiamati in causa anche i familiari”.
“Inconcepibile – ha ripetuto a proposito della bottiglia molotov lanciata contro un hub per i vaccini anti-Covid della città lombarda - che si sia voluto fare oggetto di un atto così intimidatorio proprio un centro vaccinale. Basterebbe guardare alla diminuzione del numero dei morti in Gran Bretagna tra gennaio e oggi per capire che i vaccini sono l'unico modo per mitigare quello che ancora stiamo vivendo”.
Tra “il personale sanitario e i ricoverati Rsa, dove molti sono stati vaccinati”, ha ricordato, “la curva dei contagi è clamorosamente più bassa rispetto a quella che si osserva nel resto della popolazione”.
“Posso capire che vi sia stanchezza per le restrizioni, per lo stop alle scuole, ad attività commerciali, bar e ristoranti. Ma – commenta - sono assurdi e privi di ogni logica gli attacchi a una struttura che contribuisce a risolvere la situazione”.
Secondo Locatelli è il sentiment della popolazione ad essere cambiato. “Siamo passati da una posizione di solidarietà e afflato nazionalistico della scorsa primavera, all'odio, al rancore e all'aggressione”, afferma il coordinatore del Cts, che fa appello ai politici “per richiamarsi a temperanza e sobrietà nelle affermazioni”.
Riguardo le minacce ricevute anche dall’ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, Locatelli ribadisce come sia “giusto difendere con fermezza chi lavora all'Iss”. “Non hanno alcuna responsabilità – spiega - se devono dare numeri negativi”. “Nessuno tra i politici – ribadisce - si diverte a chiudere, nessuno dei tecnici si diverte a indicare che vi sono condizioni epidemiche difficili”.
Nei prossimi mesi, però, assicura l’esperto dovrebbe arrivare la svolta.
A maggio, annuncia Locatelli, “ci sarà un percorso graduale di riapertura se i numeri lo consentiranno”. “Se riusciamo ad avere le dosi di vaccini pattuite nel trimestre che è appena cominciato, sostanzialmente 52 milioni, - ha aggiunto - già a luglio la situazione cambierà in maniera significativa”.
Tanto che è pronto a scommettere che il prossimo autunno il lockdown potrebbe essere soltanto un ricordo.
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