Dalla Jassen Italia oggi è arrivata una prima smentita sulle indiscrezioni che, alla vigilia dell’approvazione del siero sviluppato da Johnson & Johnson da parte dell’Ema, parlano di un possibile ritardo nella fornitura di 55 milioni di dosi ai Paesi Ue nel secondo trimestre dell’anno.
La notizia è stata pubblicata ieri dall’agenzia di stampa Reuters, che cita fonti dell’Ue coinvolte nella trattativa con la casa farmaceutica, che avrebbe rivelato di “essere sotto stress” per la prossima scadenza di fine di giugno. Sempre secondo le fonti della stessa agenzia, da Johnson & Johnson avrebbero detto che “raggiungere l’obiettivo non è impossibile”. Tuttavia, stando alle indiscrezioni, la società avrebbe già messo le mani avanti.
Un problema non da poco per l’Ue, che si ritroverebbe ancora una volta a fare i conti con i ritardi di Big Pharma, che rischiano di far slittare l’obiettivo di vaccinare entro la fine dell’estate il 70 per cento della popolazione europea.
Senza contare che proprio il vaccino sviluppato dalla multinazionale americana sarebbe fondamentale nel dare un’accelerazione al piano vaccinale nel Vecchio Continente, visto che si conserva a basse temperature in un normale frigorifero, garantisce l’85 per cento della protezione sulla forma grave del virus con una sola dose ed ha già dimostrato di essere efficace sulle varianti più problematiche del Covid, la brasiliana e la sudafricana.
Oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, Loredana Bergamini, direttore medico di Janssen Italia, smentisce le indiscrezioni pubblicate dalla Reuters. “Stiamo lavorando in modo rigoroso – ha detto - sulla logistica per far arrivare i lotti dove e quando devono essere consegnati", assicurando che la “tempistica di produzione permetterà di rispettare l'impegno di 200 milioni di dosi per l'Ue nel 2021”.
Non ci sono ancora, però, indicazioni precise per la scadenza di giugno, che, spiega Bergamini, dovrebbero arrivare entro fine marzo, quando l’azienda avrà “un quadro più preciso del programma di fornitura” e potrà stilare “un calendario di consegne più preciso, regolare e trasparente”. “Ci aspettiamo – ha concluso - che i primi lotti siano disponibili per l'Ue nel secondo trimestre. Distribuiremo equamente questi volumi tra tutti i Paesi".
Nel frattempo, procedono a rilento le consegne da parte di Astrazeneca, mentre continua il braccio di ferro tra l’Ue e la casa farmaceutica anglo-svedese che, come riferisce l’Adnkronos, continuerebbe a conservare una grande quantità di dosi in magazzino in attesa che l’Ue sollevi il blocco delle esportazioni al di fuori del Continente.
Per Bruxelles è l’ennesima conferma che la multinazionale anglo svedese rappresenti un partner inaffidabile. “Con quelli che rispettano i contratti, come Pfizer, non abbiamo problemi, ma con AstraZeneca dobbiamo essere molto chiari. Siamo pronti per avere una partnership, ma non siamo ingenui", ha messo in chiaro il capogruppo del Ppe Manfred Weber.
Sulla questione degli eventuali ritardi di Johnson & Johnson il commissario al Mercato Interno, Thierry Breton, citato dall’AFP, ha fatto sapere che gli obiettivi della campagna vaccinale per il secondo trimestre del 2021 non sono in discussione e che “entro fine settimana” entrerà “ufficialmente in contatto con la “multinazionale”. Solo allora, ha chiarito Breton, “sarà possibile dire di più sullo stato di capacità di produzione dell’azienda”.
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