Un vero terremoto è calato sull’Asl di Caserta, in piena pandemia risultano 79 indagati e di questi 12 sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre sono sei le misure di interdizione.
L’operazione “Penelope” è scattata questa mattina all’alba ed è coordinata dalla Procura di Napoli Nord. A notificare l’avvio indagini e i mandati di arresto i Nas dei Carabinieri.
I 79 indagati sono accusati del grave reato di associazione a delinquere, falso, ricettazione, truffa e corruzione, nonché di turbata libertà degli incanti e traffico illecito d’influenze ed anche di assenteismo.
Tra gli indagati ci sarebbe anche il presidente del Consiglio regionale della Regione Campania Gennaro Oliviero, al quale sarebbe contestato il reato di traffico di influenze in relazione a un singolo episodio”, riporta l’Ansa.
La Procura ha scoperto in particolare illeciti nell’affidamento di appalti per la gestione di pazienti psichiatrici. Si faceva sistematicamente ricorso sempre alla stessa associazione a scapito della concorrenza, riporta Il Mattino.
I licenziamenti di Novembre all’Asl di Caserta
Tutto è partito nel mese di novembre scorso quando le intercettazioni telefoniche portarono al licenziamento di 22 persone per la nota “truffa del cartellino” all’Asl di Caserta.Il nuovo filone di indagine scaturisce da quella inchiesta sull’assenteismo dei dipendenti infedeli dell’Asl di Caserta.
Dalle intercettazioni emerse un quadro di illeciti e di truffe ai danni della Pubblica amministrazione sconcertante.
I lavori di adeguamento e ristrutturazione del Dipartimento di salute mentale venivano affidati a ditte compiacenti in cambio di regali e tangenti.
I pazienti psichiatrici, inoltre, venivano fittiziamente assegnati a strutture sanitarie esterne private, senza la previa e obbligatoria valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte della competente commissione specialistica.
Servizio 118 affidato illecitamente
Anche il servizio del 118 era stato affidato ad una ditta compiacente in modo illecito. I vertici dell’associazione di volontariato che gestiscono il fondamentale servizio di emergenza a Caserta, pagavano uno dei membri della commissione aggiudicatrice ed anche alcuni dipendenti dell’Asl di Caserta compiacenti.
Come forma di scambio veniva usato anche l’assunzione di un proprio familiare in cambio dell’aggiudicazione di un appalto.
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