L’ultimo allarme sulle varianti del virus arriva dall’infettivologo del Sacco di Milano. Massimo Galli, che ieri si era detto d’accordo con Walter Ricciardi sull’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale, stamattina, ospite della trasmissione di Mediaset Mattino Cinque, ha dichiarato di avere “il reparto invaso da nuove varianti”.
Una situazione, quella dell’ospedale milanese, che secondo il primario del reparto di Malattie infettive “riguarda tutta quanta l’Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri”.
“Questa – aggiunge Galli - è la realtà attorno alla quale è inutile fare ricami".
L'allarme sulle nuove varianti
Per l’infettivologo bisogna guardare a quello che sta accadendo all’estero dove le varianti sono già diventate dominanti. "Le varianti ci sono e sono maggiormente contagiose, quindi vuol dire che hanno maggiore facilità a diffondersi in determinate condizioni che non sono situazioni da ritenersi sicure”, ha spiegato il virologo.

“Questo è molto spiacevole – ha aggiunto - ma è un dato di fatto”. Con il virus, ha proseguito Galli, non si fanno “trattative sindacali”: “Il virus segue le sue regole e le sue modalità di diffusione".
Il primario del Sacco è poi tornato sulla polemica relativa alle dichiarazioni del consigliere del ministro Speranza. Chi propone chiusure più dure, ha rimarcato Galli, “può correre il rischio di esagerare”. “Ma il rischio di esagerare, - chiosa - ahimè è inferiore alla probabilità di avere purtroppo, per l'ennesima volta, ragione".
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Foto : Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo//Federica BelliSul lockdown totale i virologi si dividono
Sul tema però gli esperti si dividono. Ieri a scartare l’ipotesi della necessità di nuove chiusure era stato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. “Un lockdown totale secondo me non serve, ma bastano lockdown chirurgici laddove se ne verifichi la necessità”, ha detto ai microfoni di RaiNews24.
Critico rispetto alle posizioni di Ricciardi e Galli, anche Matteo Bassetti che ieri a Sputnik Italia aveva bollato come “insensata” l’idea di pensare ad una misura unica per tutto il Paese.
Secondo il direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, c’è bisogno di “intervenire chirurgicamente e localmente, dove ci sono situazioni di elevata circolazione delle varianti”. “Un conto – ha detto a Sputnik - è la situazione umbra, un altro è la Sardegna o la Valle d’Aosta, che stanno andando verso la zona bianca”.
A Genova, aveva detto, infine, Bassetti, "abbiamo una circolazione delle varianti del 15 per cento e in questi mesi non abbiamo assistito ad un aumento significativo della mortalità".
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