Incentivare il consumo di frutta e verdura e ridurre gli sprechi alimentari. Sono questi gli obiettivi della Fao per l’Aifv2021, acronimo che sta per anno internazionale della frutta. Quello che va dal 2016 al 2025, infatti, come ricorda l’Agi, è il decennio che l’organizzazione internazionale dedica alla nutrizione.
Per quest’anno, quindi, la Fao ha messo in campo una serie di iniziative collegate alla produzione e al consumo di frutta e verdura. Per quanto riguarda il primo aspetto, tra gli obiettivi dell’istituto delle Nazioni Unite c’è la sensibilizzazione della popolazione a mangiare una maggiore quantità di frutta e verdura.
A partire dai sei anni di vita la Fao raccomanda di consumare almeno 400 grammi di verdura al giorno. Ovvero, l’equivalente di cinque porzioni nell’arco della giornata.
Un’abitudine che aiuta a ridurre l’incidenza di malattie come l’obesità, le infiammazioni croniche, l’ipertensione e a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue.

In Italia, però, nell’ultimo anno il consumo complessivo di frutta e ortaggi è diminuito dell’1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Per contro, secondo una ricerca dell’Osservatorio Cso Italy, citata dalla stessa agenzia di stampa, sono aumentati i prezzi. Un rincaro che ha determinato un 5 per cento in più di spesa per la frutta e la verdura rispetto all’anno scorso.
Cala del 3 per cento il volume di frutta acquistata. Tra le varietà più penalizzate ci sono le mele, le banane, i kiwi e l’uva. Per contro sono saliti gli acquisti di ortaggi e la frutta secca, la cui produzione mondiale è cresciuta nel 15 per cento nel 2020.
Anche coltivare frutta e verdura rappresenta una fonte di reddito, sottolinea la Fao, visto che questo tipo di colture richiedono un consumo ridotto di acqua.
E poi c’è il capitolo della lotta agli sprechi. Secondo le stime della Fao nei Paesi in via di sviluppo almeno il 50 per cento del raccolto viene perso tra la raccolta e il consumo. Un trend che l'organizzazione si propone di invertire al più presto.
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