Negozi chiusi, didattica a distanza e divieto di spostamento dai Comuni per tre settimane. Da lunedì 8 febbraio l'Alto Adige tornerà in lockdown. La stretta mira a ridurre i contatti tra persone, dopo che le misure di contenimento si sono rivelate inefficaci.
I casi di contagio, infatti, non accennano a diminuire, nonostante l'intensa attività di screening di massa e i tracciamenti effettuati sul territorio per interrompere la catena dei contagi. Registrato inoltre il primo caso di variante inglese. Per questo motivo la giunta provinciale, riunita nella serata di giovedì, ha deciso per l'inasprimento delle misure restrittive.
In particolare saranno vietati gli spostamenti fuori dal Comune, se non per ragioni di necessità, salute e lavoro, bar e ristoranti resteranno chiusi mentre potranno continuare a lavorare aziende produttive e artigianali a condizione di testare i propri dipendenti e rispettare i protocolli anti-contagio.
La stretta impatterà sulla riapertura degli impianti sciistici prevista il 15 febbraio, dopo l'ok del Cts per salvare la stagione invernale delle regioni in zona gialla.
Restano validi gli altri divieti e limitazioni già in vigore e in alcuni casi è reso obbligatorio l'utilizzo delle mascherine Ffp2.
Dall'inizio della pandemia l'Alto Adige ha registrato oltre 42.500 casi, 747 nelle ultime 24 ore, e 612 decessi in tutto.
Cliccando sul bottone "Pubblica", conferisce il proprio pieno consenso all'utilizzo dei dati del proprio account Facebook perchè le venga data la possibilità di commentare le notizie sul nostro sito mediante l'utilizzo di questo account. Può consultare nel dettaglio le modalità di utilizzo dei dati nella sezione Informativa sull’utilizzo dei dati personali.
Può ritirare il proprio consenso cancellando tutti i commenti che ha scritto.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)