Il 2 febbraio del 1971 a Ramsar, in Iran, 168 stati aderirono alla Convenzione che prende il nome della città iraniana, un documento dedicato alla tutela degli ecosistemi delle zone umide.
Nel 1997 venne istituita nella stessa data la Giornata mondiale delle Zone Umide, habitat naturali sempre più a rischio che garantiscono l’acqua potabile e la vita di numerosissime specie vegetali e animali.
In tutto il mondo sono riconosciute 2.200 zone umide di importanza strategica e 65 si trovano sul territorio italiano. Paludi, acquitrini, laghi, fiumi, delta, lagune, torbiere e bacini anche artificiali.
Ecosistemi che non sono in buona salute e che in Italia si sono ridotti del 64%.

Zone sempre più a rischio
Secondo i dati del SOER Freshwater 2020 in Europa soltanto il 40% dei corpi idrici superficiali presenta un buono stato ecologico.
Le zone umide sono molto degradate, a causa dell’agricoltura intensiva e dell’inquinamento. Inoltre, le aree umide in Europa sono state invase da specie aliene e dalle conseguenze dell’urbanizzazione.
Sono a rischio scomparsa oltre i tre quarti delle paludi e delle torbiere e quasi la metà dei laghi, dei fiumi e delle coste.
Serbatoi incommensurabili
Le zone umide sono la casa di 100mila specie di animali di acqua dolce e nello stesso tempo sono i più grandi serbatoi di carbonio e del 70% di tutta l’acqua dolce.
La Convenzione di Ramsar (Iran), che oggi compie 50 anni, comprende una lista di circa 2.200 zone umide d'importanza strategica internazionale, di cui 65 riconosciute in Italia.
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La situazione in Italia
L’Italia ha recepito la Convenzione di Ramsar nel 1976. Sul territorio si trovano 65 zone (otto ancora in fase di definizione) per un totale di 80mila ettari su 15 Regioni.
Ognuna ha caratteristiche e dimensioni diverse: dai 12 ettari dello Stagno Pantano Leone in Sicilia fino ai 13.500 ettari delle Valli residue del comprensorio di Comacchio in Emilia-Romagna. Nella lunga lista ci sono anche le Oasi Wwf di Orbetello, Burano, Le Cesine, Bolgheri, Torre Guaceto e Lago di Angitola.
In Emilia Romagna si concentra l’estensione maggiore di zone Ramsar, 10 aree per un totale di 23.112 ettari. Seguono la Toscana con 11 aree (20.756 ettari) e la Sardegna con otto aree per una superficie di 12.572 ettari.
In base ai dati del Wwf nell’ultimo secolo, il 64% di queste zone è andato distrutto, il 41% dei fiumi italiani presentano uno stato di conservazione inadeguato e l’80% dei nostri laghi non presenta un buono stato ecologico.
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