Il 30 gennaio del 1944 dalla stazione Centrale di Milano partivano ammassati come bestiame su carri merci migliaia di cittadini italiani, la cui loro unica “colpa” era quella di avere una origine ebraica.
Salirono a bordo di quel treno merci, non un treno passeggeri, obbligati dai nazisti ma con la consapevole collaborazione dei fascisti, altri cittadini italiani.
Tutto avvenne nel silenzio e nell’indifferenza, che è “già violenza” ha raccontato Liliana Segre che su quel treno ci era salita quel 30 gennaio 1944 e con tutta la famiglia.
Lei aveva 13 anni e quel giorno se lo ricorda bene, è tornata come unica superstite della sua famiglia.
Ed oggi, nel giorno dell’incontro "Memoria della deportazione della Stazione di Milano”, a cui ha partecipato tra gli altri il sindaco di Milano Giuseppe Sala, Liliana ricorda alle giovani generazioni di essere forti e di ricordare.
Ricorda alle nuove generazioni di non arrendersi alla violenza e ai soprusi, anche quando gli adulti si mostrano rassegnati.
L’omaggio ai detenuti di San Vittore
Liliana Segre, senatrice a vita, omaggia i detenuti di San Vittore e chiede che vengano vaccinati tutti contro la Covid-19.
“Sono stati i detenuti di San Vittore a darci l'ultimo saluto, un saluto di grande umanità che ci hanno fatto sentire ancora persona", racconta la senatrice.
Prima di partire per il campo di sterminio di Auschwitz, infatti, furono imprigionati in quel carcere.
L’incontro al memoriale della Shoah è stato organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Comunità ebraica di Milano.
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