Continuano le docce fredde sul versante della campagna di vaccinazione: dopo l'annuncio dei ritardi e dei tagli relativi al vaccino Pfizer, ecco quello di AstraZeneca inerente il taglio del 60% delle dosi previste per il primo trimestre.
Con l'approvazione di AstraZeneca da parte dell'Ema ancora in bilico fino al 29 gennaio, è ancora sulla Pfizer che Locatelli ripone le sue speranze.
"Dipende innanzitutto da quanta continuità nel tempo avrà la situazione comunicata da Pfizer. Se davvero la riduzione del 29% annunciata per la settimana appena conclusa e del 20% per quella che va a cominciare, non avrà ulteriori seguiti e i ritardi saranno ricompensati, il danno sarà limitato. Qualche disagio c’è già stato, penso alla Regione Lazio che avrebbe voluto iniziare a vaccinare gli ultra80enni e ha dovuto rinviare, ma se il ritardo non si protrarrà oltre i termini indicati dalla casa farmaceutica la situazione sarà recuperabile. Altrimenti diventerà impegnativa", ha detto in un'intervista a HuffingtonPost.
Ma cosa potrebbe accadere se il vaccino AstraZeneca non ottenesse il via libera e le difficoltà di approvvigionamento da parte di Pfizer persistessero?
Una delle possibilità è offerta dal vaccino russo Sputnik V, a cui ha già aperto la Cancelliera tedesca Angela Merkel.
Ecco la posizione in merito di Locatelli, che - con cautela - fa altrettanto.
"Su questo, personalmente, ho una posizione laica. La discriminante è l’approvazione delle Agenzie regolatorie. È tale la fiducia in Ema che, se dovesse dire che il vaccino russo risponde a standard di efficacia e profili sicurezza convincenti, non vedo ragioni per avere preclusioni. Basandoci sul giudizio delle Agenzie regolatorie, appartenendo noi all’Ue e avendo rappresentanti italiani in Ema, non vedo motivi per non prendere in considerazione il vaccino russo. Ovviamente, sarà importante anche valutare i risultati dello studio di fase 3 di questo vaccino, non dimenticando le riserve sollevate da alcuni colleghi per i risultati dello studio di fase 2", ha dichiarato.
Nella giornata di ieri anche Presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, ha definito Sputnik V "un vaccino intelligente", invitando l'Ema a valutarne l'approvazione.
Intanto oggi anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Regione Liguria, ha detto che è favorevole al vaccino russo.
In precedenza Kirill Dmitriev, direttore del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti ha affermato che diversi Paesi europei sono interessati al vaccino russo contro il coronavirus Sputnik V.
Intanto si è saputo che l'Ungheria è il primo Paese dell'Unione Europea ad aver già registrato Sputnik V. In precedenza l'uso di questo preparato era stato autorizzato dalle autorità competenti di Emirati Arabi, Argentina, Bolivia, Serbia, Algeria, Palestina, Venezuela, Paraguay, Turkmenistan e Bielorussia.
L'11 agosto scorso la Russia ha registrato il suo primo vaccino contro il Covid-19, chiamato Sputnik V e sviluppato dagli scienziati del Centro di Epidemiologia e Microbiologia "Gamaleya". Il farmaco è commercializzato dal Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, responsabile della conduzione delle trattative sull'esportazione e produzione all'estero di questo farmaco.
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