In Italia abbiamo il problema dell’antibiotico resistenza, significa che in percentuale ci sono troppi cittadini esposti a batteri che non rispondono ai farmaci antibiotici.
Si tratta di una resistenza che i batteri hanno assimilato nel corso dei decenni perché vi è stato un abuso di antibiotici somministrati agli italiani e, secondo l’Aifa, nonostante le campagne degli ultimi anni poco si è fatto.
Il fenomeno ha assunto i caratteri dell’emergenza, a maggior ragione in un momento in cui “siamo alle prese con una pandemia”, ha sottolineato il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini durante la presentazione online del rapporto 2019 sull’uso degli antibiotici in Italia.
Serve ridurre l’uso degli antibiotici del 50% e non del 3-4% ha sottolineato Magrini, che ha anche annunciato una Unità di crisi apposita all’interno dell’Autorità italiana sul farmaco, che avrà il compito di valutare nuove misure per contrastare il fenomeno.
Uso inappropriato degli antibiotici
Secondo il rapporto dell’Aifa risulta che nel 25% delle condizioni cliniche studiate vi sia stato un uso non appropriato degli antibiotici: raffreddori comuni, influenza, faringiti, tonsilliti, cistite e bronchite.
Il sud Italia è l’area geografica dove si fa un largo uso degli antibiotici e in particolare tra la popolazione femminile.
Si tratta più che di un uso, di un vero abuso che alla lunga porta a una inefficacia dei farmaci nel contrastare i batteri.
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