"Per evitare fraintendimenti subito a casa i marittimi italiani", scrive Raffaele Volpi in un post su Facebook.
Il presidente di Copasir ha ricordato che i marittimi sequestrati si trovano in Libia da tre mesi e ha rilevato una necessità di una conclusione immediata e definitiva.
"Nella certezza che siano stati messi in campo tutti i buoni uffici negoziali e di facilitazione al fine di giungere ad una consensuale e reciproca soluzione, ma non vedendone il concreto riscontro ritengo si debba giungere ad una immediata e definitiva conclusione", afferma Volpi.
Il deputato esorta gli attori locali libici ad abbandonare un approccio che potrebbe apparire ostile nei confronti di Roma, se non fosse per i rapporti storici continuativi.
"Nella certezza che non sia così auspico una immediata soluzione della questione appellandomi ad un’ampia convergenza di intenti sia della parte libica sia della comunità internazionale nel comune interesse in questo particolare momento delle rinnovate relazioni Interne libiche. Ritengo che queste riflessioni non possono essere più rinviabili anche all’interno del governo italiano", conclude Volpi.
Il sequestro dei marittimi
I 18 marittimi dei pescherecci Antartide e Medinea, salpati da Mazara del Vallo, sono trattenuti dal primo settembre a Bengasi, dopo essere stati fermati dalla guardia costiera della libica. Inizialmente, a 38 miglia nautiche da Bengasi, le motovedette della guardia costiera di Haftar, hanno bloccato 4 pescherecci.
Mentre i rispettivi capitani venivano tradotti di una delle imbarcazioni libiche, due pescherecci sono riusciti a fuggire, mentre Antartide e Medinea, con 14 uomini in tutto, sono state catturate.
Tra i 18 marittimi nelle mani delle autorità libiche ci sono otto cittadini italiani e dieci di nazionalità tunisina, filippina e senegalese.
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