L’emergenza sanitaria cambia anche il mercato del lavoro. Secondo le stime del Sole 24 Ore sarà così per buona parte del 2021. Uno studio del quotidiano, basato sui dati forniti dalle principali agenzie per il lavoro online e da Assolavoro Datalab, evidenzia infatti, come in cima alla classifica delle figure più ricercate per la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno nuovo ci sia proprio l’infermiere, seguita da altre risorse collegate alla gestione della sanità: il tecnico di laboratorio o specialista sanitario e il medico.
La classifica prosegue con i professionisti legati al mondo dell’informatica e delle nuove tecnologie, come “il software engineer e il java software engineer, l’analista software, il sistemista/tecnico di rete”. E, infine, “l’onsite manager, il responsabile vendite, lo specialista commerciale/analista vendite e il tecnico commerciale estero/export manager”.
L’operatore socio sanitario è la risorsa più richiesta anche per quanto riguarda le professioni che richiedono un livello medio di qualificazione. Seguono “specialisti amministrativi, contabili, specialisti del credito, responsabile di negozio, consulente di vendita, badante, supporto/assistenza clienti, operatore call center addetti helpdesk”.
La richiesta nel campo della manodopera a bassa qualificazione si concentra, invece, sugli addetti a stampaggio/presse/lavorazione lamiera, saldatori, tornitori, addetti ai macchinari Cnc, e ancora “tagliatore/cucitore, addetti tintoria/tireria, verniciatore settore mobili, carpentiere, muratore, autista/corriere”.
Sempre secondo le previsioni di Assolavoro, citate dal Sole 24 Ore, negli ultimi due mesi dell’anno ci saranno 90mila opportunità lavorative in questi campi.
Tanti, infatti, sono i contratti di lavoro che verranno offerti dalle agenzie interinali in tutto il territorio della Penisola. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, la maggiore richiesta si concentra al nord, con il 55 per cento delle posizioni lavorative offerte. La restante quota si divide tra regioni meridionali, il 25 per cento, e quelle del centro, dove sono localizzate il 20 per cento delle opportunità di impiego.
Sempre secondo lo stesso quotidiano, il lockdown ha pesato particolarmente sul lavoro in somministrazione, che ha fatto registrare un saldo negativo di -79.700 tra assunzioni e cessazioni dei rapporti, nel periodo compreso rispetto a gennaio e agosto.
I settori che invece promettono di svilupparsi ulteriormente nei prossimi mesi sono quello della farmaceutica e delle "piattaforme di comunicazione e formazione a distanza".
Sopravvivono alla crisi prodotta dalla pandemia anche il settore alimentare, quello della grande distribuzione organizzata, i servizi alla persona e le aziende che si occupano di pulizie e sanificazioni. Lievi segnali positivi arrivano infine dal settore edilizio e da quello della logistica.
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