"L'Italia è nei due grandi accordi internazionali, quello di Pfizer e quello di AstraZeneca, che sono i più avanzati e che stanno avendo una grande successo nella sperimentazione. L'Italia sarà tra i primi Paesi al mondo a ricevere un vaccino", ha dichiarato il ministro degli Esteri in diretta a Radio Anch'io.
Le dichiarazioni di Di Maio si basano non solo sugli accordi con le due suddette case farmaceutiche, ma anche sul piano nazionale di vaccinazioni messo a punto dal commissario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri. Il documento, pubblicato ieri, afferma che 3,4 milioni di dosi del vaccino Pfizer arriveranno nel Belpaese a fine gennaio, consentendo di vaccinare 1,7 milioni di persone contro il coronavirus.
Nel merito Arcuri ha sottolineato che la prima fase della vaccinazione verrà effettuata in quei luoghi che sono diventati uno dei principali canali di infezione e diffusione del virus durante la pandemia, "come ospedali e RSA". Dopo la prima fase, la vaccinazione sarà effettuata su tutto il territorio nazionale, dando la priorità alle persone a rischio, in particolare anziani e pazienti con malattie croniche gravi.
Arcuri ha chiesto ai governatori di tutte le regioni italiane dati specifici su ciascuna provincia dove si effettueranno le vaccinazioni. Allo stesso tempo ha richiamato la loro attenzione su alcune caratteristiche del vaccino Pfizer, che sarà il primo ad entrare nel mercato nazionale, dal momento che ha bisogno di essere conservato a basse temperature e una volta prelevato dalle celle frigorifere deve essere somministrato entro 6 ore.
In precedenza il premier Giuseppe Conte aveva detto che i lavori sul piano di vaccinazione nazionale sono iniziati all'inizio di novembre ed i primi lotti del vaccino COVID-19 dovrebbero arrivare a dicembre, ma per la vaccinazione di massa si dovrà aspettare "la primavera".
Secondo un sondaggio recentemente condotto da Ipsos, uno dei principali istituti di rilevazioni sociologiche, solo il 37% degli italiani è disposto a vaccinarsi ora contro il Covid-19. Il 16% è categoricamente contrario alla vaccinazione, mentre la maggioranza relativa (47%) dichiara di essere pronta a vaccinarsi, ma intende aspettare per assicurarsi che il nuovo vaccino sia efficace. Secondo gli esperti, per la formazione dell'immunità di gregge, oltre il 70% della popolazione deve essere vaccinato.
In Italia, secondo gli ultimi dati, 1.272.352 persone sono state infettate dal coronavirus dall'inizio dell'epidemia, di queste 481.967 sono guarite, 47.217 sono decedute e il numero di casi aperti è pari a 743.168.
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