Il presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Cts, il professore Franco Locatelli, torna a far sentire la sua opinione sulla situazione della pandemia di nuovo coronavirus in Italia.
“Non siamo vicini alla perdita di controllo”, afferma Locatelli intervistato dal Corriere della Sera ed aggiunge: “C’è stata una marcata accelerazione di casi. Però l’impatto in termini di ricoveri nelle terapie intensive e di numeri di persone che perdono la vita non è certamente paragonabile a quello osservato nei mesi di marzo-aprile.”
Evitiamo il panico, non ci facciamo prendere dalla paura è il suo invito.
Il professore Locatelli fa notare anche che l’Italia è molto più preparata rispetto alla prima fase, “in termini di disponibilità di mascherine, tamponi, posti letto attivati o attivabili nelle unità di terapia intensiva e sub-intensiva”.
Non siamo vicini alla perdita di controllo
Come aveva ripetuto intervistato da Lucia Annunziata una settimana fa, Franco Locatelli ripete che “per quanto meritevole di massima attenzione e richiamo a comportamenti responsabili, non è vicina alla perdita di controllo.”
E poi Locatelli ci tiene molto a sottolineare, come aveva fatto durante una intervista rilasciata alle radio cattoliche, che “solo un terzo dei soggetti infettati ha sintomatologia, in larga parte di limitata severità”.
Tradotto, la stragrande maggioranza dei positivi ha pochi o nulli sintomi.
Dove si trasmette di più il virus
Il principale contesto di trasmissione “in Italia rimane quello familiare/domiciliare, seguito da quelli sanitario-assistenziale e lavorativo”, afferma Locatelli che in riferimento alla trasmissione del virus nelle scuole afferma:
“Sebbene si siano registrati casi in aumento dalla loro apertura, le scuole non sono tra i principali contesti di trasmissione in Italia”.
E delle attività serali, quelle più colpite dal nuovo Dpcm che questa sera Giuseppe Conte firmerà, il professore Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza sanitaria in atto, non ne parla come vettore di contagio primario.
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