In attesa della conferenza stampa di stasera del premier, Giuseppe Conte, si rincorrono da stamattina le indiscrezioni sulla stretta che il governo vorrebbe varare per arrestare la crescita esponenziale dei contagi.
Si parla di anticipare la chiusura di ristoranti e bar, di stabilire un limite per il numero di persone sedute allo stesso tavolo e addirittura della chiusura di attività ritenute non essenziali, come le palestre. E poi di un premier, che in queste ore starebbe cercando di mediare tra la linea dura di alcuni esponenti del governo, e quella più morbida, che sarebbe sostenuta anche da palazzo Chigi.
I governatori delle Regioni italiane, che si stanno confrontando ora con il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, il ministro della Salute, Roberto Speranza, quella della Scuola, Lucia Azzolina, e dei Trasporti, Paola De Micheli, hanno chiesto al governo di scongiurare nuove chiusure.
Le proposte dei presidenti di regione sono state riassunte in un tweet del governatore Giovanni Toti, che le definisce di buonsenso: “Non chiudere le palestre, conferma della chiusura dei locali alle 24, coinvolgere i medici di famiglia nei tamponi rapidi e svolgere i test salivari in farmacia”.
Le Regioni hanno proposto al #Governo di non chiudere le palestre, hanno confermato la richiesta di chiusura dei locali alle 24, di coinvolgere i medici di famiglia nei tamponi rapidi (come già succede in #Liguria) e di svolgere i test salivari in farmacia. #COVID19
— Giovanni Toti (@GiovanniToti) October 18, 2020
Come riferisce Repubblica, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha ribadito la necessità di continuare con le lezioni in presenza, dopo il caso della Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca ha deciso di chiudere gli istituti e reintrodurre la didattica a distanza.
Resta il nodo degli assembramenti sui mezzi pubblici che si potrebbe ovviare, secondo quanto emerso dalla riunione, ricorrendo agli ingressi scaglionati, sia per la scuola che per gli uffici, e all'impiego di bus turistici per potenziare il trasporto locale.
Lo stesso quotidiano sottolinea come non sia stata presa ancora nessuna decisione ufficiale sulla chiusura di palestre e piscine, anche in considerazione dello sforzo compiuto in questi mesi dai gestori per rispettare i protocolli di sicurezza nelle strutture.
Si discute ancora anche sulle eventuali ulteriori limitazioni all’orario di chiusura dei ristoranti. I governatori vorrebbero escluderle, mentre alcuni esponenti del governo preferirebbero che le serrande si abbassassero alle 22 per dare una spallata alla movida.
C’è chi dice che l'introduzione di nuovo limite alle 23 potrebbe rappresentare una soluzione di compromesso, ma non c’è ancora nulla di ufficiale, mentre è quasi certo il giro di vite sugli alcolici da asporto, che probabilmente si potranno acquistare soltanto fino alle 18.
Nel nuovo Dpcm non ci sarà posto, invece, per nuove chiusure di attività considerate non essenziali come parrucchieri e centri estetici. Per ora Palazzo Chigi non vuole prenderle in considerazione. Con tutta probabilità quindi, il compromesso tra regioni e governo si tradurrà in una stretta soltanto parziale.
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