L'app Immuni non è attiva su tutto il territorio nazionale. La regione Veneto, infatti, non avrebbe ancora implementato i meccanismi necessari per la condivisione dei codici nella piattaforma. Una falla di sistema non consente di tracciare i contatti delle persone risultate positive al COVID-19. A portare alla luce questa situazione è il Corriere del Veneto.
Il caso è scoppiato in seguito alla telefonata di un uomo che si è rivolto al servizio igiene di Padova dopo aver scoperto si essere positivo al nuovo coronavirus. Il paziente doveva comunicare il proprio codice necessario ad attivare via bluetooth le persone con cui era venuto a contatto nelle settimane precedenti, ma gli è stato risposto: “Ci dispiace, non siamo in grado di inserire il suo codice nel database. L’app Immuni non è attiva al momento in Veneto”.
Una situazione che ha suscitato non poche polemiche e messo in imbarazzo il governatore Zaia, che sulla gestione dell'emergenza covid ha ottenuto una vittoria plebiscitaria alle scorse elezioni regionali. La app, infatti è attiva dallo scorso 14 giugno e, nonostante le raccomandazioni delle autorità sanitarie per sensibilizzare i cittadini al download, ma proprio in Veneto, una delle regioni che desta più preoccupazione per la risalita dei contagi, non funziona.
Zaia assicura: “Tutto quello che è previsto come incombenza da parte dell’ente pubblico per la gestione di Immuni, nel rispetto delle competenze, lo facciamo. Diamo corso a quello che è previsto per coloro che si scaricano Immuni, non è che restano isolati in Veneto, ci mancherebbe”. Dal canto suo i vertici sanitari della regione, in una nota, fanno sapere che l'app sarà attiva dalla prossima settimana.
Duro il commento della deputata del M5S, Franca Businarolo, che ipotizza un boicottaggio da parte dei vertici della regione.
"534 mila veneti presi in giro. Zaia dia spiegazioni, anziché adottare il solito trucchetto di far vedere quanto è bravo a risolvere i problemi che lui stesso ha creato", afferma la Businarolo. "Siamo di fronte ad un grave caso di incompetenza, se non di boicottaggio. La Regione sta candidamente ammettendo che per mesi i dati arrivati tramite Immuni, che avrebbero potuto evitare focolai, non sono stati trattati. È gravissimo", prosegue.
L'app Immuni
La app immuni è disponibile su tutto il territorio italiano dal 14 giugno, dopo un breve periodo di sperimentazione avviato su alcune regioni. Al momento sono oltre 8 milioni gli italiani che l'hanno scaricata.
Le notifiche inviate dalla app Immuni a persone entrate in contatto con sospetti casi di persone positive al nuovo coronavirus sono state 8.300, mentre sono 477 gli utenti positivi che hanno condiviso le informazioni di positività “se hanno o non hanno ricevuto la notifica di esposizione”, si legge sul sito.
Per consentire alla app Immuni di funzionare è necessario lasciare il Bluetooth sempre attivo. L'applicazione infatti non fa uso della geolocalizzazione, ma entra in contatto con altri possessori dell'applicazione se hanno appunto il Bluetooth attivo e l'applicazione operativa sul dispositivo mobile.
Per scaricare Immuni aprire lo store delle applicazioni del proprio telefono, la si trova generalmente in evidenza in prima pagina.
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