A Roma, in piazza Montecitorio, si è tenuta una manifestazione a sostegno dell'Armenia nel conflitto contro l'Azerbaigian in atto nel Nagorno-Karabakh.
Comitati e associazioni, armeni e non hanno organizzato questo sit-in per chiedere alle istituzioni italiane e, in primo luogo, al Parlamento di:
- promuovere ogni azione possibile per il ristabilimento della pace nel Caucaso meridionale al fine di preservare il diritto alla vita, alla libertà e ai diritti delle popolazioni coinvolte nella guerra;
- condannare l'intervento militare di terze parti nel conflitto;
- non abbandonare il popolo armeno a un destino che evoca dolorose pagine di storia già vissute 105 anni fa;
- tutelare gli interessi nazionali italiani impedendo che la guerra arrivi a interessare anche le pipe line che portano petrolio in Italia dal mar Caspio;
- prendere le distanze dalle politiche nazionali che esaltano lo sterminio di altri popoli;
- tener conto del differente grado di democrazia e libertà di espressione che vige nei Paesi coinvolti nel conflitto;
- lanciare un monito alle leadership locali affinché il dialogo con l’Italia e l’Unione Europea sia basato sul rispetto dei diritti umani, sulla libertà di parola e di stampa.
“La storia si ripete, la storia si ripete ancora, ma stavolta non avranno stesso esito. Siamo un popolo di sopravvissuti. I nostri antenati hanno vinto contro la morte e noi dobbiamo vivere. Oggi è il 15esimo giorno della guerra iniziata ma non dichiarata dall’Azerbaijan con il supporto politico-militare di Erdogan, con l’uso di circa 4 mila di jihadisti trasportati dalla Siria e dalla Libia.
L’Azerbaijan ha lanciato l’ennesima offensiva lunga tutta la linea di contatto con il Nagorno Karabakh e contro l’Armenia, il 60 per cento della popolazione è sfollata. Si sta consumando un crimine di guerra, si sta consumando un crimine contro l'umanità.
Chiediamo che l’Italia agisca, come sta stanno già facendo la Germania e la Francia con le parole di audacia e di verità”, - ha sottolineato durante il suo emozionante discorso l’ex Ambasciatore armeno in Italia Sargis Ghazaryan.

Alla manifestazione pacifica hanno partecipato diversi esponenti politici. Senatori, deputati e eurodeputati di quasi tutti i partiti presenti sulla scena politica italiana: dalla Lega al PD, dai Fratelli d’Italia e la Forza Italia all’Italia Viva.
La loro partecipazione non è affatto sorprendente - il parlamento italiano ha riconosciuto il genocidio armeno come una delle grandi tragedie del Novecento.
Questo pomeriggio sarò anche io in piazza Montecitorio a sostegno del popolo armeno, che per primo conobbe l’orrore del genocidio ed è oggi perseguitato in #NagornoKarabakh. Se l’UE ha senso, difenda questi fratelli, avamposto della Civiltà Europea in Medio Oriente e nel Caucaso. pic.twitter.com/5SPWCQeUGr
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 13, 2020
Il concetto espresso da tutti i parlamentari italiani presenti nel sit-in è stato il seguente: l'Italia deve essere al fianco del popolo armeno per difendere i valori cristiani di tutta l’Europa.
“Su mia iniziativa è stata presentata nell’aula una mozione sul riconoscimento del genocidio del popolo armeno. Noi come Lega da sempre erravano impegnati in questa battaglia. Siamo riusciti a farlo riconoscere al parlamento italiano, mettendoci un grande impegno. Non è stato facile. E adesso siamo preoccupati per il rischio del nuovo genocidio.
Oggi tutta la Lega si è schierata perché vogliamo difendere un popolo cristiano come quello armeno, che condivide con noi gli stessi valori, e che non può essere cancellato da Nagorno Karabakh e da tutta quella regione. Recentemente siamo interventi in aula denunciando l’impego dei jihadisti da parte degli azeri e l’uso delle bombe a grappolo.
Chiediamo tutta la comunità internazionale di intervenire immediatamente per porre fine a questo conflitto che rischia davvero di diventare una continuazione di un genocidio. Vogliamo anche sentire la posizione del nostro governo che come al solito è troppo silente”, - ha spiegato a Sputnik Italia l’Onorevole Paolo Formentini, deputato della Lega, membro della Commissione Esteri della Camera.
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