La Polizia di Stato ha posto fine agli atti violenti di una banda di giovani pakistani che si faceva chiamare banda AK47, dal nome del fucile sovietico.
La Procura della Repubblica di Bologna e dei Minorenni hanno individuato i membri del gruppo che si è reso responsabile di vari episodi di violenza nella città.
La banda era composta da 11 persone di origine pakistana, di cui 5 minorenni. I giovani avevano aggredito altri giovani appartenenti ad altre nazionalità, utilizzando armi da taglio e corpi contundenti come i tirapugni.
La prima aggressione si è verificata nel cuore di Bologna ed aveva avuto come vittima un ragazzo di 19 anni di origine rumena. Questi era stato accoltellato alla schiena con ferite guarite in 30 giorni.
Il secondo fatto si è verificato a dicembre 2019 nei Giardini di Corticella, dove le vittime sono state tre connazionali della banda AK47. Uno di questi frequentava una ragazza della sua stessa etnia e gli era stato intimato dalla banda di interrompere la relazione. Durante la spedizione punitiva i tre sono stati aggrediti con coltelli, catene e tirapugni.
L’uso dei social per esaltare la violenza
La banda utilizzava i social network, in particolare Tik Tok, per esaltare i loro atti di violenza e mostrarsi ad altri utenti.
Ma la banda utilizzava anche Instagram e Facebook.
La banda non solo si faceva chiamare AK47, ma alcuni di loro avevano il simbolo del fucile tatuato sulle braccia allo scopo di identificarsi simbioticamente con la banda.
#18Settembre Bologna, aggressioni, spedizioni punitive e rapina, indagini del Commissariato Due Torri e di agenti in servizio presso Procura Repubblica individuano un violento gruppo criminale.
— Polizia di Stato (@poliziadistato) September 18, 2020
Componenti identificati da #Poliziapostale anche tramite #socialnetwork#essercisempre pic.twitter.com/EFZsFYXQvH
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