Decade da martedì 1 settembre il superticket da 10 euro sulle ricette per prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o convenzionate. La misura era stata stabilita dalla manovra economica 2020 approvata a dicembre 2019 dall’allora neonato governo giallorosso.
La misura, finanziata con risorse extra Fondo sanitario nazionale, era stata fortemente voluta dal ministro della Saluta Roberto Speranza il quale ha sempre considerato il superticket da 10 euro come una “tassa sulla salute” degli italiani.
Ora il superticket è stato cancellato per tutte le fasce di reddito e le prestazioni mediche del Servizio sanitario nazionale dovranno costare 10 euro in meno, occhio quindi ai prezzari applicati dalle strutture sanitarie convenzionate che non potranno più richiedere il superticket.
“Ogni volta che una persona non si cura per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione”, aveva commentato il ministro Speranza.
Resta ovviamente il ticket previsto per chi non ne è esonerato e che varia da prestazione a prestazione. Così come resta in alcune regioni dove la sanità è in dissesto, il ticket aggiuntivo regionale.
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