Il Governo italiano ha ricevuto la delega per riformare l’ordinamento giudiziario e per adeguare l’ordinamento giudiziario militare, inoltre la delega prevede di istituire una nuova disciplina per i magistrati che decidono di entrare in politica. La medesima delega consente al Governo di modificare le regole di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
L’accelerazione sull’argomento segue gli scandali che dal 2019 a oggi hanno colpito il Csm e la magistratura italiana, che ha portato ad un vero terremoto etico tra le toghe.
Il consiglio dei ministri numero 61, lo stesso che ha approvato il decreto legge di Agosto, ha così approvato un disegno di legge proposto dal Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che dispone la delega e che getta le basi per tale riforma complessiva.
Il Governo ha un anno di tempo dalla entrata in vigore della legge per adottare uno o più decreti legislativi “recanti disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la riforma dell’ordinamento giudiziario”.
Ma cosa cambierà con tale riforma? Vediamo alcune modifiche sostanziali nel dettaglio.
Magistrati in politica
Stringenti le nuove normative che disciplinano le modalità di ingresso di un magistrato in politica.
In particolare i magistrati che si candidano in politica non possono essere eletti nei territori dove hanno svolto il ruolo di magistrato “nei due anni precedenti la data di accettazione della candidatura”.
I magistrati che si sono candidati, ma che non sono stati eletti, nel rientrare nel ruolo dovranno essere ricollocati in una regione diversa da quella dove ricade la circoscrizione elettorale in cui sono stati candidati.
Inoltre il disegno di legge prevede:
“A seguito della cessazione di mandati elettivi e incarichi di governo, ove le cariche elettive abbiano avuto una durata superiore a un anno, i magistrati saranno inquadrati in un ruolo autonomo dei Ministeri.”
Consiglio superiore della magistratura (CSM)
Il disegno di legge opera una revisione del sistema elettorale dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura e modifica le modalità di funzionamento del CSM stesso.
Il numero dei componenti del CSM è riportato a 30 complessivi, di cui 20 magistrati ordinari e 10 eletti dal Parlamento.
Per quanto riguarda i componenti eletti dai magistrati, “si introduce un sistema elettorale a doppio turno basato su collegi uninominali, con garanzia di una perfetta parità fra i generi nelle candidature”.
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