Dopo il lockdown l'arrivo di migranti irregolari dalla rotta balcanica, che interessa il Friuli Venezia Giulia, è ricominciata in maniera più intensa creando nuove problematiche legate alla sicurezza sanitaria e ai protocolli anti-covid, come l'attuazione di misure di quarantena per chi entra irregolarmente in Italia.
Lo ha spiegato questo pomeriggio il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in una audizione della commissione bicamerale Schengen.
Fedriga sciorina i dati degli ingressi negli ultimi tre mesi, fra rintracciamenti e chi si è presentato spontaneamente presso le questure: quasi mille a maggio, 700 a giugno e 600 a luglio. "Ma mancano ancora le cifre dell'ultima settimana", specifica.
Dinnanzi a questi numeri "non possiamo più gestire la situazione", allerta il presidente. Anche soli 50 rintracciamenti diventano un problema, fa notare. Diventa un difficile isolare i soggetti in quarantena, anche perché "molti di questi soggetti la quarantena non la rispettano", puntualizza, citando alcuni casi di allontanamento di 40 soggetti dal luogo di quarantena, avvenuto negli scorsi giorni.
Una possibilità, già concordata con i prefetti, potrebbe essere la chiusura notturna dei valichi secondari, poiché una chiusura adeguata richiederebbe l'impiego di almeno 700 uomini per presidiare i confini.
"Ho letto che lo Stato ipotizza un maggior utilizzo dell'Esercito nei controlli dei confini, ma dubito che vi possa essere a breve un risultato apprezzabile in questa maniera. Siamo una regione con un milione e 200mila abitanti; se viaggiamo a mille irregolari al mese la situazione diventa ingestibile".
Il Friuli Venezia Giulia, ha ricordato Fedriga, ha ottenuto le migliori performances nella lotta al coronavirus. Il buon risultato della gestione dell'emergenza potrebbe essere messo a rischio dal pericolo contagi per chi entra dall'estero. ha detto, menzionando l'attuale situazione d'emergenza in Bosnia, Serbia, Bulgaria e Montenegro. Da qui la reiterazione della richiesta al Governo di bloccare gli ingressi irregolari attraverso il confine terrestre.
"Ciò è perfettamente possibile nel caso del nostro confine, perché dall'altra parte c'è la Repubblica di Slovenia, un paese democratico, affidabile e membro dell'Unione europea e con cui abbiamo rapporti costruttivi" - ha concluso Fedriga.
Nei giorni scorsi Fabrizio Marras, segretario generale provinciale di Gorizia della FSP Polizia di Stato (Federazione Sindacale di Polizia), in un'intervista aveva definito "al collasso" la situazione ai confini in Friuli Venezia Giulia.
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