Nel Consiglio dei ministri della scorsa notte si è raggiunto l'accordo che pare essere definitivo sulla questione delle concessioni autostradali. Fondamentale è stato il passo indietro dei Benetton che prevede la loro uscita graduale dall'azienda e l'entrata della Cassa depositi e prestiti con un capitale del 51%, rendendo così Aspi una azienda pubblica.
Inoltre l'accordo prevede "misure compensative a esclusivo carico di Aspi per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro" e una riduzione delle tariffe introdotta dall'Autorità di regolazione dei trasporti. Inoltre incrementeranno i controlli e le sanzioni, con un rafforzamento di questi ultimi a carico del concessionario. Le sanzioni saranno aumentate anche in caso di "lievi violazioni" da parte del concessionario.
Aspi sembra aver accettato tutte le richieste fatte dal governo, e, come riportato da Tgcom24 citando fonti governative al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, in caso contrario "sarà revoca". Nella notte Aspi ha inviato 4 lettere al governo nelle quali ha accettato poco a poco tutte le richieste.
I Benetton ridurranno il proprio azionariato al 10-12%
La famiglia Benetton dovrà iniziare a uscire gradualmente da Aspi riducendo il suo azionariato intorno al 10-12%, con una ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in Borsa di Autostrade per l'Italia.
In precedenza Atlantia aveva inviato una proposta a Palazzo Chigi con l'offerta al Governo per risolvere la questione Autostrade con la richiesta di una cifra compresa tra i 2,9 e i 3,4 miliardi per i risarcimenti, con una riduzione della quota dei Benetton del 50%. Ma alla fine il governo ha avuto la meglio con la minaccia della revoca.
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