Nella provincia di Bergamo l’aspettativa di vita nel 2020 è tornata indietro ai livelli del 2000, mentre nelle altre province italiane più duramente colpite dal nuovo coronavirus la speranza di vita è tornata in dietro di 10 o 15 anni. A dirlo è il presidente dell’Istat Gina Carlo Blangiardo, che delinea un quadro sicuramente drammatico, ma che è localizzato e non si può generalizzare a tutta l’Italia.
A Bergamo i numeri reali potrebbero essere più alti
Il presidente dell’Istat si è soffermato sui dati di Bergamo affermando che purtroppo i numeri potrebbero essere più alti perché molti non sono rientrati nei conteggi ufficiali.
Blangiardo ne ha parlato durante la presentazione del Rapporto annuale 2020 dell’Istat presentato alcuni giorni fa, ma già durante il lockdown l’Istat aveva preparato una prima statistica appunto preliminare con cui evidenziava come si fosse verificato un numero di morti superiore rispetto agli anni precedenti e che non avevano ancora trovato correlazione.
In particolare quello studio rivelava come vi fossero 11.600 morti da correlare tra febbraio e marzo e che potevano o essere sfuggiti al monitoraggio Covid-19 attraverso i tamponi, o che il Covid-19 aveva aggravato un quadro clinico di persone con altre disfunzioni, o ancora una quota di essi è morta non perché infetta ma a causa della criticità del sistema ospedaliero o per il timore di recarsi presso di essi nelle aree del paese con contagio più diffuso.
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