Mentre in Umbria è piena polemica, per la decisione di complicare le condizioni di utilizzo della pillola abortiva, costringendo le donne al ricovero ordinario, la giunta di Enrico Rossi va in direzione contraria ed è pronta a discutere una proposta per facilitare il ricorso all'aborto farmacologico senza mettere piede in ospedale.
La ratio della proposta è quella di aiutare le donne che vogliono abortire, permettendo loro di farlo senza sottoporsi a interventi invasivi o recarsi nelle strutture ospedaliere.Ad oggi infatti, l'uso della Ru486, laddove è concesso, è condizionato al ricovero in day hospital, per la consegna della pillola e il ritorno dopo due giorni per la somministrazione di un successivo farmaco a completamento della procedura.
L'apertura agli ambulatori permetterà di non gravare sugli ospedali, già reduci da un'emergenza sanitaria senza precedenti, ma il ricorso all'interruzione di gravidanza farmacologica non sarà "selvaggio".
Il presidente della regione, Enrico Rossi, ha precisato alla stampa nazionale, che sarà possibile accedere alla prestazione soltanto in ambulatori collegati con reparti ospedalieri, per assicurare una pronta assistenza in caso di complicazioni.
"È inutile far soffrire le donne più di quanto già non debbano fare di fronte a decisioni non certo semplici come quella di abortire. Solo chi intende punire le donne cerca di rendergli le cose più difficili”, ha osservato Rossi.
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