Rimuovere la statua del famoso giornalista Indro Montanelli e cambiare nome ai giardini a lui intitolati: lo chiedono in una lettera aperta al sindaco dem del capoluogo lombardo Giuseppe Sala gli attivisti del gruppo I Sentinelli di Milano.
In un momento in cui in America e nel mondo imperversano le proteste contro il razzismo, dove le manifestazioni sono spesso finite in scontri e disordini che hanno portato al danneggiamento di vari monumenti dedicati a personaggi dal passato storico controverso, gli attivisti milanesi laici e antifascisti chiedono al Comune di compiere questo passo in virtù del passato fascista e colonialista mai rinnegato del famoso giornalista del Novecento, che negli ultimi anni di vita ha persino ricevuto il sostegno di parte della sinistra italiana per la sua dura opposizione a Berlusconi.
"A Milano ci sono un parco e una statua dedicati a Indro Montanelli, che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l'aggressione del regime fascista all'Etiopia. Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l'intero consiglio a valutare l'ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i Giardini Pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d'Oro della Resistenza", esordisce così il testo della lettera.
Nell'ultima parte della lettera gli attivisti ricordano "l'abbattimento a Bristol della statua in bronzo dedicata al mercante e commerciante di schiavi africani Edward Colston da parte dei manifestanti antirazzisti di Black Lives Matter", che deve indurre l'amministrazione meneghina "a ripensare ai simboli del proprio territorio e a quello che rappresentano."
In giornata negli Stati Uniti la presidente della Camera dei Rappresentanti, la democratica Nancy Pelosi, aveva chiesto di rimuovere le statue dei confederati presenti in Campidoglio, in quanto non rispecchiano i valori della nazione americana.
Le proteste sono scoppiate a Minneapolis alla fine di maggio, dopo che la morte di George Floyd durante il suo arresto è stata ripresa in un video. Nel video Floyd, un afroamericano di 46 anni, è stato affrontato da quattro poliziotti e uno di loro si è inginocchiato sul collo per diversi minuti mentre Floyd si lamentava di non riuscir a respirare.
Dopo che il video dell'incidente è finito online diventando rapidamente virale, sono scoppiate le proteste a Minneapolis, nelle principali città americane e persino in Europa.
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