Da lunedì 18 maggio "sarà 'liberi tutti', anche in regioni come la Lombardia dove ancora i numeri sono a tre cifre", dice Fabrizio Pregliasco, il virologo dell'Università di Milano, in una intervista rilasciata a Adnkronos. Per il professore, l'apertura è " un compromesso tra salute ed economia; la voglia di riaperture era talmente forte che si è optato per questa via".
"I dati ci dicono che la situazione nel Paese è buona, e non si è alterata più di tanto dopo le prime riaperture“, sottolinea il virologo, che però avvisa:"il nemico è ancora fra noi". Bisognerà quindi non abbassare la guardia e puntare sulla sicurezza."Il monito agli italiani è quello di non pensare che ci siamo liberati anche del virus: manteniamo distanziamento sociale e mascherine", avvisa. "Un metro è il minimo - aggiunge - e molto dipende dal trovarsi al chiuso o in spazi aperti. In ogni caso meglio un’indicazione che si può osservare, piuttosto che una impraticabile“.
Sulla Lombardia, secondo Pregliasco, "i casi sono numerosi perché si fanno molti più tamponi di prima: si sta facendo luce su casi ‘vecchi’, che stanno emergendo. La situazione delle strutture sanitarie ci dice che la pressione è diminuita, e questa è un premessa positiva. Certo, è bene non abbassare la guardia“.
I falsi negativi
"Sono stati rilevati casi simil-Covid con tampone negativo e polmonite interstiziale, e questi casi preoccupano perché potrebbero sfuggire", ha inoltre spiegato il professore, riferendosi a precedenti segnalazioni di casi con sintomatologie simili al Covid-19 su pazienti negativi.
In questi casi " il valore del tampone deve essere esaminato" perché la negatività "potrebbe essere legata al fatto che questo esame è stato fatto troppo in anticipo, o alla presenza di falsi negativi. In ogni caso ogni sintomatologia che in qualche modo può ricordare Covid deve essere sorvegliata e indagata: abbiamo visto infatti che la strumentazione diagnostica può evidenziare anche seri problemi in pazienti che all'apparenza non hanno sintomi, o li hanno solo sfumati".
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