Frase ad effetto mediatico potente quella di Vittorio Sgarbi che sui suoi account social rilancia il suo pensiero sul rientro di Silvia Romano in abito islamico.
“Va arrestata per concorso esterno in associazione terroristica”.
Fioccano i commenti negativi su quanto scritto da Sgarbi, ma anche chi approva quanto scritto dal critico.
“Se mafia e terrorismo sono analoghi, e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica.
O si pente o è complice dei terroristi”.
Questo tutto il testo dello “Sgarbi pensiero” su Silvia Romano, la cooperante milanese rapita il 20 novembre 2018 in un piccolo villaggio del Kenya e ritrovata a oltre 1100 km dal luogo del rapimento, a 30 chilometri dalla capitale della Somalia, Mogadiscio.
Dopo la conversione all’Islam ha preso il nome di Aisha.
La ricostruzione davanti ai giudici
Al giudice Colaiocco ha ricostruito la sua prigionia fatta di centinaia di chilometri percorsi in moto, a piedi attraversando fiumi e di detenzione di villaggi sempre diversi chiusa in una stanza da cui non la facevano uscire.
Qui ha chiesto carta e penna per scrivere e poi il corano.
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