Il siciliano Dino Petralia è il nuovo direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), succede a Francesco Basentini travolto dalle polemiche per aver permesso la scarcerazione di boss delle mafie in questo periodo di pandemia che non ha risparmiato le carceri. Ricorderemo le numerose rivolte che hanno devastato le carceri da nord a sud dello stivale, con una sincronia sorprendente.
Petralia è stato scelto quale successore dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, e la sua storia parla chiaro: procuratore aggiunto a Palermo e poi procuratore generale a Reggio Calabria.
Il nuovo direttore del Dap troverà al suo fianco un altro vice antimafia, Roberto Tartaglia anch’egli voluto da Bonafede.
Non potevano passare inosservate le scarcerazioni di boss potenti della camorra e della mafia. Anche il governatore della Sicilia Musumeci si era schierato contro affermando che non avrebbe dato ospitalità nella sua Regione ai boss posti agli arresti domiciliari, perché si sarebbe trattato di un affronto alle famiglie delle vittime.
Il curriculum di Dino Petralia
Magistrato dal 1980, ha lavorato accanto al magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto ucciso dalla mafia nel 1983 a Trapani.
A Marsala ha celebrato i primi processi per mafia col nuovo rito e poi va a Sciacca per diventarne procuratore.
Diventato consigliere nel Csm nel 2006, nel 2013 va a Palermo come procuratore aggiunto e qui coordina il pool contro i reati alla pubblica amministrazione. Dal 2017 è procuratore generale a Reggio Calabria, qui si occupa di ‘ndrangheta e applica la nuova norma sulla sequestra dei beni confiscati alle mafie.
Ha anche maturato una esperienza come docente del personale della Polizia Penitenziaria presso la Scuola di formazione del Corpo.
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