“In assenza di interventi seri e concreti – e non di meri palliativi -, i Gestori dichiarano che a partire dal 25-26 Marzo, saranno costretti a chiudere – a tempo indeterminato e, comunque, fino alla ripresa dell’attività regolare – gli impianti lungo le autostrade per tutelare la salute propria e dei propri addetti ed a mettere in atto tutte le iniziative che impediscano il fallimento delle loro micro imprese”.
Lo scrivono la Fifisc/Anisa, la Faib e la Fegica in un comunicato stampa che è un vero e proprio atto di accusa contro Concessionari e Affidatari che “dovranno assumersi, per intero, la loro responsabilità”.
Le associazioni dei gestori di stazioni carburanti denunciano di essere stati lasciati soli a gestire gli impianti 24 ore su 24 a carico loro, senza il supporto di dispositivi di sicurezza e senza ottenere supporto economico in un momento in cui sulla rete autostradale il volume di affari per le pompe è calato dell’80%.
L’atto di accusa contro il Governo
Le associazioni se la prendono anche con il Governo perché nelle misure economiche del ‘Cura Italia’ loro non rientrano.
“Con una pervicacia degna di altra causa, – scrivono – anche i provvedimenti fiscali assunti recentemente dal Governo circa lo slittamento del pagamento Iva e contributi previdenziali, sembra aver escluso la nostra Categoria per il ‘solito’ vizio di forma”.
Le compagnie affidatarie hanno girato la testa dall’altra parte
Le associazioni di categoria dei distributori di carburante accusano le società affidatarie e le società concessionarie perché affermano:
“A fronte di questa condizione di ‘manifesta sofferenza’ le compagnie ’affidatarie del servizio’ hanno girato la testa dall’altra parte e le società Concessionarie hanno mantenuto il più colpevole dei silenzi.”
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