Le sigle sindacali dei metalmeccanici, Fiom, Fim, Uilm, chiedono di fermare la catena di montaggio sino a domenica 22 marzo, per permettere quegli interventi di riorganizzazione dei turni, sanificazione e messa in sicurezza dei luoghi di lavoro per contrastare la diffusione dei contagi. E minacciano di entrare in sciopero.
Il decreto dell'11 marzo del premier Conte blocca le attività di vendita al dettaglio ma non blocca le attività produttive, né agricole né di fabbrica. Adesso gli operai di restare contagiati all'interno degli stabilimenti, dove è impossibile - dicono - rispettare alla lettera le disposizioni di sicurezza e il droplet. Il malumore ha provocato alcuni scioperi spontanei a Brescia e Mantova, mentre i sindacati denunciano bassi livelli di sicurezza sanitaria all'interno delle fabbriche. Un rischio a cui sono esposti non solo gli operai, ma le famiglie e la comunità.
Operai in sciopero
Si fermano nel bresciano gli operai di alcuni stabilimenti. Chiedono di sospendere le linee di produzione per 15 giorni.
"Stiamo discutendo con le aziende per capire come affrontare questa situazione. Registriamo scioperi in quattro o cinque realtà" ha detto il segretario della Cgil di Brescia Francesco Bertoli a Repubblica. "Ci sono aziende anche grandi che si sono fermate, mentre altre che per motivi di commesse legate a penali, sono in difficoltà e non possono sospendere la produzione. Il nostro obiettivo è quello di riuscire ad ottenere quantomeno delle riduzioni di orario per garantire la sicurezza agli operai".
Allo stabilimento della Corneliani di Mantova sono in 450 gli operai che questa mattina hanno incrociato le braccia rifiutandosi di mandare avanti la produzione. Chiedono la tutela della propria salute.
Ieri si è fermata anche la Whirlpool di Cassinette, in provincia di Varese. Gli operai chiedono di sospendere 3 giorni l'attività produttiva per adeguare gli impianti alle misure di sicurezza previste nei provvedimenti del governo. Alle richieste di riorganizzazione dei cicli di lavoro, dei turni, dell'uso degli spazi comuni e della fornitura di dispositivi sanitari per la protezione personale, la società ha risposto con un no.Fiom: mobilitarsi da subito
Il sindacato Fiom-Cgil ha definito inaccettabile il Dpcm dell'11 marzo e chiede una immediata mobilitazione per iniziative di verifica della sicurezza sanitaria e delle misure precauzionali sui luoghi di lavoro, anche attraverso la sospensione o la riduzione programmata della produzione.
"Inaccettabile la mancanza nel nuovo Dpcm di misure e iniziative volte alla protezione dei lavoratori che stanno garantendo la tenuta economica del Paese in una condizione di grave emergenza", ha dichiarato la segretaria nazionale Fiom Francesca Re David.
La richiesta del sindacato è un confronto urgente con il governo e urgenti provvedimenti per tutelare la salute degli operai.
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